Il  progetto fotografico nasce dall'osservazione della complessa e rigida struttura della città contemporanea.
Ogni area ha la sua funzione ed ogni abitante il suo ruolo all'interno di essa.
Restano tuttavia evidenti lacerazioni nella maglia, sia in quella urbana che in quella sociale: è proprio in questi interstizi di realtà evanescenti che alcuni soggetti trovano appigli di salvezza "fai-da-te".
Parlo di quelle persone che per scelta o per motivi a loro esterni si ritrovano  senza una reale posizione sociale e soprattutto senza un reale tetto sotto il quale vivere.
Al di fuori della società essi vivono, quasi trasparenti, le zone più o meno marginali della metropoli.
Normalmente il loro letto è il marciapiede, qualche volta una panchina...i più intraprendenti  autocostruiscono il loro rifugio all'ombra degli edifici tra gli spazi definiti dai piani urbanistici comunali.
Sitauazioni paradossali nella socetà del consumo e della globalizzazione: alle spalle di centri commerciali o degli edifici simbolo dell'economia del paese sorgono piccole baracche, costruite con materiali di recupero.