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Appalti: Architetti (CNAPPC); contrari alla determinazione dell'Autorità di Vigilanza (AVCP) sulla partecipazione delle università agli incarichi di progettazione ignora le ragioni esposte dal Consiglio di Stato

 

Comunicato stampa

Roma, 28 ottobre 2010. "L'Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (AVCP) con la "determinazione" n°7 del 21/10/2010, che consente alle Università di partecipare alle gare di appalto per l'affidamento dei contratti pubblici, ignora del tutto le avverse ragioni esposte nella decisione del Consiglio di Stato dell'8 giugno 2010, n. 3638, ancorché quest'ultima sia stata espressamente segnalata dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) e dalle organizzazioni rappresentative degli operatori del settore che hanno partecipato all'audizione del 7 luglio scorso".

"Si tratta - secondo il CNAPPC - di una determinazione "politica", in quanto impone una interpretazione del Codice degli appalti che prescinde del tutto dal dato normativo, e che, ben lungi dal risolvere le questioni aperte, aumenta l'incertezza e il disordine nel mercato dei lavori pubblici. E' quindi facile prevedere che il provvedimento dell' AVCP genererà nuovo contenzioso. Infatti, la determinazione, forzando il dato normativo, apre il mercato degli appalti pubblici a soggetti che - per i privilegi legislativi e finanziari di cui godono - sono in grado di alterare il gioco della concorrenza a danno dei professionisti e delle imprese, che non possono certo contare su finanziamenti, strutture e personale a carico del bilancio pubblico".

"Siamo stupiti - sottolinea il CNAPPC - in quanto l'Autorità di Vigilanza è sempre stata un argine fermo ed irremovibile ad interpretazioni riduttive dei principi europei della concorrenza ed al disordine amministrativo di molti enti pubblici italiani che spesso hanno cercato di trasformare l'attuale regime di Appalti del nostro Paese in un caos burocratico dalle mille interpretazioni in funzione della convenienza del momento.Comprendiamo lo stato di crisi degli atenei italiani - dovuto in parte alle ristrettezze del bilancio pubblico - ma non comprendiamo assolutamente perché si voglia far pagare questa situazione ai soli professionisti italiani.I costi della crisi non possono gravare sempre e solo sulle nostre spalle!. Il settore della progettazione è già gravato da una riduzione esorbitante delle possibili opportunità professionali ed in tali condizioni è assolutamente insopportabile ammettere ulteriori soggetti (le università) che spesso intervengono pesantemente in regime di potenziale concorrenza sleale."

"Il CNAPPC auspica che l'Autorità di Vigilanza riveda la sua recente posizione, anche alla luce della giurisprudenza, nazionale e comunitaria, così come rappresentato nella audizione del 7 luglio 2010.  Auspica, inoltre, che siano presto adottate dal Parlamento le opportune modifiche legislative atte a chiarire in modo definitivo una materia tanto delicata e complessa, così come giustamente fece a suo tempo la Legge Merloni.

 
 
 
 
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