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Interpretare la tradizione con un segno moderno
La vostra nuova sede ha vinto il premio InArch Campania 2010, a conferma di una tendenza delle aziende vinicole italiane quale motore di innovazione anche in termini di contributo architettonico.
Il premio è un riconoscimento all'azienda e ai progettisti che ci inorgoglisce molto. Dietro ogni bottiglia c'è un fascino e una cultura che differenziano il vino da altri prodotti di consumo e sono queste caratteristiche che lo rendono simile all'architettura. Inoltre oggi la fase di distribuzione è sempre più difficile, perché pur essendo più facile raggiungere il consumatore si tratta di un processo costoso. Per questo avere una cantina dove poter accogliere i clienti è un modo per accorciare una catena distributiva altrimenti molto onerosa. I Feudi di San Gregorio prevedono al loro interno un percorso che illustra agli ospiti tutte le fasi produttive, al primo piano è collocato il ristorante e presto saranno disponibili tre stanze per il pernottamento. Inoltre all'esterno, nel giardino, abbiamo riprodotto a piccola scala tutta la tenuta che si compone di più appezzamenti lontani fra loro e con caratteristiche fisiche differenti.
Come è nata la scelta di dotarvi di una sede moderna e quali criteri avete seguito per individuare il progettista e il progetto?
Siamo un'azienda nata nel 1996 e abbiamo voluto sottolineare nell'elemento architettonico la nostra giovinezza. Ci siamo immaginati una struttura moderna e lontana dall'architettura delle aziende storiche del territorio ma che reinterpretasse elementi della tradizione. Abbiamo esposto la nostra idea ad alcuni studi di progettazione e la proposta dello studio ZITO+MORI architettura&design ci ha convinti. Il loro progetto era coerente con le nostre idee e soprattutto ben integrato con l'ambiente. Pur avendo bisogno di una struttura molto grande, non volevamo deturpare l'ambiente e la loro scelta di interrare i due terzi dell'azienda e inserire giardini pensili ci è piaciuta molto.
Affiancare alla ricerca enologica quella architettonica quali vantaggi ha portato all'azienda?
I vantaggi maggiori devono ancora venire. Vivere e lavorare in una bella architettura comunica valori positivi. In tutte le fasi di lavoro, dalla produzione fino al servizio al cliente, l'elemento umano è fondamentale, quindi credo che un ambiente bello aiuti a svolgere meglio il proprio compito. Questa scelta ci ha portato sicuramente vantaggi immateriali ma fondamentali.
Da anni l'estetica dell'etichetta sulle bottiglie è diventata molto importante, si può dire che la scelta architettonica è una sua evoluzione?
Le aziende di vino, soprattutto quelle più avanzate e lungimiranti nella comunicazione devono sempre evolversi e promuovere i propri valori in modi diversi, dall'etichetta alla cantina. È evidente che quest'ultima è il mezzo finale di comunicazione, sia perché richiede investimenti cospicui per la realizzazione sia perché bisogna sapere coniugare l'estetica pura, che in un'etichetta è abbastanza facile da creare, con la funzionalità. Per noi il percorso è stato parallelo perché nel 2001, quando abbiamo cominciato a realizzare la nuova cantina, abbiamo anche introdotto le nuove etichette disegnate da Massimo Vignelli che contemporaneamente stava disegnando gli arredi interni della nostra sede.
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