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Dl sviluppo: architetti, chance persa per vita sostenibile città

 
Testata:
AGI
 
Data:
13-05-2011
 
 

"Il Dl Sviluppo non soddisfa gli architetti italiani: poteva essere una occasione per predisporre un progetto complessivo che, usando nuovi strumenti normativi e applicando chiari principi di sostenibilita' ambientale, avviasse quel processo di recupero del patrimonio edilizio e di ridisegno delle citta' che i cittadini aspettano". Lo afferma il Consiglio nazionale degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, che sottolinea: "Invece esso introduce novita' normative, non legate tra loro, che forse aiutano i processi economici e di investimento, ma non sono finalizzati alla qualificazione degli spazi urbani e abitativi e rischiano di produrre danni al paesaggio urbano e rurale. Per questo motivo, in relazione alla prossima fase di conversione legislativa, offriamo da subito il nostro fattivo contributo per definire norme condivise nelle quali i mezzi innovativi di semplificazione e razionalizzazione siano utili a un progetto coerente, ambientalmente ed economicamente sostenibile, finalizzato al benessere dei cittadini, alla salvaguardia del territorio e alla qualificazione delle citta'". Entrando nel merito del DL, gli architetti sottolineano che "se la scelta di operare con la SCIA al posto della DIA finalmente chiarisce e semplifica, il silenzio assenso sui permessi per costruire e' una "non scelta", che abdica alla possibilita' della PA di esercitare un controllo sulle trasformazioni del territorio e sul fornire certezza del diritto svilendo al contempo il ruolo e la professionalita' dei tecnici progettisti. Tenuto conto delle difficolta' degli uffici tecnici degli Enti, proponiamo invece che si definisca una riduzione drastica della documentazione sulla quale la PA si esprima, con chiarezza e in tempi certi, lasciando agli architetti di certificare tutti gli apparati tecnici di supporto, anche con l'ausilio di organismi terzi di validazione costituiti presso gli Ordini a cui rivolgersi volontariamente". "Sulle opere pubbliche - continua il Consiglio Nazionale - mentre e' apprezzabile l'istituzione, presso le Prefetture, di appositi elenchi di fornitori e prestatori di servizi non soggetti a rischio di inquinamento mafioso, l'estensione dell'istituto della concessione per la realizzazione di opere pubbliche, in deroga ai programmi triennali, rischia di compromettere una coerente programmazione ed una corretta gestione del territorio;quanto, poi, all'innalzamento della soglia per l'applicazione di procedure semplificate vorremmo avere certezze sul fatto che non riguardi gli incarichi di progettazione". 



Il Comunicato nel lancio dell'Agenzia Adnkronos/Labitalia:


 Sviluppo: architetti, occasione persa per rendere sostenibile vita citta' italiane, bene scia, ma 'silenzio assenso' non garantisce controllo pubblico 


Il dl sviluppo non soddisfa gli architetti italiani. "Poteva essere un'occasione -afferma in una nota il Consiglio nazionale degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori- per predisporre un progetto complessivo che, usando nuovi strumenti normativi e applicando chiari principi di sostenibilita' ambientale, avviasse quel processo di recupero del patrimonio edilizio e di ridisegno delle citta' che i cittadini aspettano. Invece introduce novita' normative, non legate tra loro, che forse aiutano i processi economici e di investimento, ma non sono finalizzati alla qualificazione degli spazi urbani e abitativi e rischiano di produrre danni al paesaggio urbano e rurale". Gli architetti, in relazione alla prossima fase di conversione legislativa, offrono il loro "fattivo contributo per definire norme condivise nelle quali i mezzi innovativi di semplificazione e razionalizzazione siano utili a un progetto coerente, ambientalmente ed economicamente sostenibile, finalizzato al benessere dei cittadini, alla salvaguardia del territorio e alla qualificazione delle citta'". "Se la scelta di operare con la Scia al posto della Dia finalmente chiarisce e semplifica -sostiene il Consiglio- il silenzio assenso sui permessi per costruire e' una non scelta, che abdica alla possibilita' della P.a. di esercitare un controllo sulle trasformazioni del territorio e sul fornire certezza del diritto svilendo al contempo il ruolo e la professionalita' dei tecnici progettisti.Tenuto conto delle difficolta' degli uffici tecnici degli enti, proponiamo invece che si definisca una riduzione drastica della documentazione sulla quale la P.a. si esprima, con chiarezza e in tempi certi, lasciando agli architetti di certificare tutti gli apparati tecnici di supporto, anche con l'ausilio di organismi terzi di validazione costituiti presso gli Ordini a cui rivolgersi volontariamente". (segue)




Sviluppo: architetti, occasione persa per rendere sostenibile vita citta' italiane (2)

"Sulle opere pubbliche -continua il Consiglio nazionale- mentre e' apprezzabile l'istituzione, presso le Prefetture, di appositi elenchi di fornitori e prestatori di servizi non soggetti a rischio di inquinamento mafioso, l'estensione dell'istituto della concessione per la realizzazione di opere pubbliche, in deroga ai programmi triennali, rischia di compromettere una coerente programmazione e una corretta  gestione del territorio; quanto, poi, all'innalzamento della soglia per l'applicazione di procedure semplificate vorremmo avere certezze sul fatto che non riguardi gli incarichi di progettazione". Per il Consiglio nazionale degli Architetti, "la promozione degli strumenti di trasferimento e di premialita' volumetrica, infine, sono utili solo laddove vengano integrati in un Piano nazionale che, senza sottrarre alle Regioni diritti e doveri di legiferare, stabilisca in modo chiaro che siano possibili solo laddove non si consumi ulteriore suolo, si applichino standard alti di eco compatibilita', si diano garanzie ai cittadini sulla durata dell'edificio e sui bassi cossi di manutenzione, si qualifichino degli spazi pubblici adiacenti: sempre nel rispetto e nella promozione dei beni culturali e del paesaggio".

 
 
 
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