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Expo 2015: Architetti, Conferenza degli Ordini, "si bandiscano i concorsi"; no all'appalto integrato.

 

Comunicato stampa

Roma, 31 maggio 2011. "L' Expo 2015 deve trasformarsi - attraverso l'utilizzo di concorsi - in una occasione di valorizzazione e di crescita della cultura del progetto": è quanto sottolinea la Conferenza degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori in conclusione dei lavori che si sono tenuti a Roma.   Per questo motivo gli architetti italiani sono fortemente critici riguardo alla scelta di Expo 2015 che "contrariamente agli iniziali programmi, intende adottare in modo esclusivo e generalizzato la procedura dell'appalto integrato per la realizzazione delle opere connesse all'evento espositivo. Tale scelta, se confermata, risulterebbe negare ogni disponibilità collaborativa da parte dell'operatore pubblico verso il percorso procedurale individuato a Milano, grazie alla sinergia tra le rappresentanze professionali e imprenditoriali".

 

Sull'entrata in vigore, il prossimo 8 giugno, del regolamento attuativo del Codice dei contratti la Conferenza ha inoltre sottolineato che "gli architetti italiani sono consapevoli e pronti a garantire il loro   costruttivo contributo relativamente alla necessità di sviluppare gli indispensabili approfondimenti tecnici per la redazione di bandi di gara orientati alla semplificazione e alla trasparenza dei processi amministrativi, anche in relazione agli obiettivi del Decreto Sviluppo".

 

Sono anche consapevoli "delle criticità di un codice inefficace nella valorizzazione di quella qualità progettuale che dovrebbe essere obiettivo prioritario di ogni intervento pubblico. Il Codice, in particolare, individua modalità di selezione (fatturati, curricula ecc.) che non costituiscono di per sé garanzia del profilo qualitativo dei soggetti selezionati e determinano un'effettiva limitazione alle opportunità di accesso delle nuove generazioni nel mondo del lavoro."

 

La Conferenza degli Ordini ha, infine, ribadito come ogni nuovo disposto normativo in materia di appalti e opere pubbliche debba mirare concretamente   all'interesse collettivo e favorire la crescita di professionalità attraverso criteri di selezione efficaci tra i quali   deve essere privilegiato lo strumento del concorso.

 

 
 
 
 
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