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Professionisti in Spa, ma senza il capitalista

 
Testata:
Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
 
Data:
31-01-2012
 
Autore:
Massimo Frontera
 
 

Sempre caldo il fronte delle liberalizzazioni delle professioni, nel guado di un cambiamento dagli esiti ancora incerti. È certo invece il costante pressing sul Governo che da parte delle professioni tecniche, soprattutto per limitare le "società tra professionisti" previste dalla legge di stabilità (183/2011, pubblicata sulla «Gazzetta» del 14 novembre scorso). Legge che - peraltro - ha definitivamente abrogato anche gli ultimi baluardi della legge del 1939 sull'attività degli studi di professionisti. Il punto più caldo della riforma resta l'ingresso di un socio di capitale in una nuova società (o in una società esistente) che svolga solo servizi professionali. Eventualità che gli Ordini professionali degli ingegneri e degli architetti respingono in radice perché - sostengono fra le altre cose - consente a chi "mette i soldi" di governare a piacimento la società, trasformando i progettisti in dipendenti al servizio della remunerazione del capitale. Dietro l'obiezione si nasconde la questione vera, a oggi irrisolta (nonostante il decollo delle società di ingegneria): e cioè se la società aperta a investitori possa e debba essere lo strumento più adatto ad aggregare finalmente un comparto ultra-polverizzato che opera in un mercato ostile ai giovani.

(...)  


 
 
 
 
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