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Il futuro possibile delle metropoli. Tornare al Medioevo contro il caos

 
Testata:
Corriere della Sera
 
Data:
03-06-2012
 
Autore:
Giorgia Rozza
 
 

Nonostante la stringente contemporaneità del tema «Le città nella città», scelto per la terza edizione di Festarch, International Architecture Festival, in scena a Perugia dal 7 al 10 giugno, il suo curatore, l'architetto Stefano Boeri, spiega il senso più intimo della riflessione insita nell'evento ricorrendo a un paradosso: il ritorno al passato. «Le città del mondo non possono più espandersi fagocitando suolo. Devono costruire delle mura metaforiche attorno a se stesse come le città del Medioevo si cingevano di mura di pietra. Occorre recuperare le aree degradate, i poli industriali dismessi, portare i servizi là dove non ci sono, sfruttare il suolo cittadino per creare orti urbani, fermare lo svuotamento dei centri storici».

(...)

Proprio nell'ottica della sostenibilità ambientale e del riutilizzo del suolo urbano ampio spazio avrà a Festarch il progetto RI.U.SO, nato dalla volontà del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e del suo presidente Leopoldo Freyrie che ha voluto riunire nel suo programma di una sostenibile rigenerazione urbana «il diavolo e l'acqua santa», come dice lui stesso, cioè l'Associazione Nazionale Costruttori Edili e Legambiente. «A Festarch organizzeremo una tavola rotonda dal titolo "Rigenerazione urbana sostenibile e città contemporanea", proietteremo Fango, il cortometraggio del regista e architetto Emanuele Piccardo sull'alluvione delle Cinque Terre e terremo la conferenza "Le voci della filiera delle costruzioni" - dice Freyrie -. Ovviamente non siamo stati fermi a guardare gli effetti devastanti del terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna. Rappresentanti degli Ordini degli Architetti emiliani saranno a Perugia per fornire un report sulla situazione, mentre alcuni loro colleghi da noi formati al volontariato sono al lavoro nelle zone colpite dal sisma».

(...)

 

Speciale Festarch:

1)

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2)

4 testimoni della città che si trasforma. Progetti, immagini, parole. Così i quarantenni delineano i nuovi scenari di Roberta Scorranese

 

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