Ritardi pagamenti: il recepimento della Direttiva Ue senza l'edilizia

Atteso da tanto tempo, dopo diversi rinvii è arrivato il disegno di legge per il recepimento della direttiva Ue sui ritardi nei pagamenti, ma l'edilizia non c'è. Il testo è stato approvato nel Consiglio dei Ministri di mercoledì scorso, 31 ottobre, e porta con sé un'amara sorpresa per il comparto costruzioni: non vi è traccia infatti di alcun riferimento al settore dei lavori pubblici per quanto concerne i contratti e le transazioni commerciali, dunque la filiera edile viene di fatto estromessa dall'ombrello protettivo della Direttiva Ue che stabilisce un tempo massimo di 30 giorni (e in alcuni casi 60) per il pagamento delle imprese da parte della Pubblica Amministrazione e per il pagamento tra impresa e impresa.
Purtroppo pare che quella del Governo non sia una svista ma una cosa esplicitamente voluta. Se così non fosse non si spiegherebbe come nel Regolamento di attuazione del codice appalti non siano state soppresse le norme sui pagamenti esplicitamente riferiti al settore edile (Dpr 207/2010, articoli 142-144). Insomma una cosa esclude l'altra, a meno che non siamo di fronte ad un conflitto fra il regime legislativo italiano e quello europeo.
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E proprio mercoledì sul tema dei ritardi nei pagamenti si erano fatti sentire anche gli architetti, con un comunicato del Consiglio Nazionale: «Gli architetti italiani vantano crediti dalla P.A. per circa 500 milioni di euro sul totale di circa 2 miliardi che lo Stato deve al comparto della progettazione delle opere pubbliche. Si tratta di una situazione assolutamente insostenibile e che deve trovare soluzione in tempi brevissimi anche attraverso l'integrale recepimento della Direttiva Ue che impone tempi di pagamento tra i 30 e i 60 giorni. Solo così sarà possibile dare respiro ad un mercato - come quello della progettazione - che registra eccezionali ed insopportabili dinamiche di flessione».
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Ritardi pagamenti P.A.: Architetti in credito per 500 milioni di euro