salta ai contenuti
 
CNAPPC
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Professioni, norme da rivedere

 
Testata:
Il Sole 24Ore
 
Data:
30-05-2013
 
Autore:
Federica Micardi
 
 

L'Europa torna a parlare di scarsa liberalizzazione delle professioni. Nelle raccomandazioni che accompagnano l'uscita dell'Italia dalla procedura di infrazione invita, infatti, le professioni regolamentate a «superare le restrizioni sussistenti», mettendo sotto tiro soprattutto il riordino dell'avvocatura.
Come risposta Marina Calderone, presidente del Cup, il Comitato unitario delle professioni, invita a guardare il numero dei nuovi professionisti, che cresce a ritmi importanti. «Nel mondo delle professioni - dice Calderone - a parte circostanziate eccezioni non esistono restrizioni di accesso». I casi eccezionali a cui si riferisce Calderone, e che spesso in Europa sono stati portati come esempio di scarsa liberalizzazione, sono i notai, il cui numero chiuso è giustificato dal ruolo pubblico, e i farmacisti, ma solo in merito alle concessioni necessarie per aprire una farmacia, stabilite sulla base di una politica sanitaria globale. Per Calderone l'obbligo dell'esame di Stato non può essere considerato un ostacolo all'accesso, essendo un passaggio necessario a garantire una preparazione di livello superiore. «La raccomandazione che andrebbe fatta - suggerisce Calderone - è quella di irrobustire il contesto dove noi operiamo per garantire ai giovani un mercato dove lavorare e un reddito. La riforma delle professioni, varata l'estate scorsa con il Dpr 137 e non pienamente a regime, - conclude Calderone - deve ancora dare i suoi frutti e la nostra attenzione è oggi dedicata a fare in modo che venga attuata nella sua interezza».
(...)

 
 
 
 
Area Riservata
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
torna ai contenuti torna all'inizio