Un sistema integrato di comunicazione per gli architetti italiani

La comunicazione dell'architettura e della professione dell'architetto hanno una storia antica, fulcro di elaborazioni e coagulo di vitali ed eccellenti contributi che hanno mantenuta intatta nei decenni la capacità di creare sempre nuove e originali forme di espressione.

E lo stesso «Giornale dell'Architettura» è la tangibile testimonianza della capacità di dare una risposta di eccellenza che soddisfi l'interesse del mercato senza flettere nella continuità di quella storia illustre entro cui si colloca.

La tradizione delle riviste di architettura, tutti i parametri noti e sperimentati, il profumo della carta patinata, la morbidezza delle foto hanno incrociato i loro destini con la rivoluzione dell'etere; internet ha sparigliato le carte in modo quasi brutale, vista la novità dello strumento e le infinite potenzialità, spingendo inesorabilmente gli operatori della comunicazione a misurarsi con un linguaggio universale, capace di raggiungere in tempo reale qualsiasi angolo della Terra. È giunta l'ora della morte della parola scritta, sostituita dalle nuove virtuali parole? Chi credeva che la modernizzazione tecnologica avrebbe cancellato la storia delle riviste d'architettura ha sbagliato.

La risposta è nei fatti: le riviste sono vitali, ne escono di nuove sul mercato, i libri di architettura sono stabilmente presenti nelle librerie. La lettura della pagina ha ancora un primato sulla lettura a schermo.

Ciò non vuol dire negare che il web abbia causato mutazioni importanti in qualsiasi organo di stampa, costretto a cedere, o almeno a venire a patti, sulla primogenitura della freschezza della notizia.

Oggi chi ha l'abitudine di frequentare siti di informazione, sempre più spesso al mattino prova la sensazione di conoscere già buona parte delle notizie contenute nei quotidiani, così come molte persone ottengono informazioni in tempo reale sul proprio computer o telefono cellulare in una sorta di sfida continua a conoscere prima e sempre più velocemente.

Ma informare è altra cosa dal comunicare.