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Addio a Sirica, presidente degli architetti

 
Testata:
Il Mattino
 
Data:
17-04-2009
 
Autore:
Uberto Siola
 
 
È morto ieri a Napoli Raffaele Sirica, da anni presidente del Consiglio nazionale degli architetti, ricercatore universitario nel campo delle discipline scientifiche. Metto insieme i due aspetti della sua attività, nel ricordo che ne ho, di un buon ricercatore universitario e buon didatta - a metà fra il sindacalista e il filosofo - e di guida di lungo corso degli architetti italiani. Nella sua vita finì con il prevalere questa seconda attività di presidente, carica vissuta nel suo stile, equidistante da qualsiasi definita posizione politica, assertore e difensore di una sorta di «grandeur» dell'architettura e degli architetti. Una «grandeur» che si manifestava non solo nel rapporto continuamente cercato con la politica - e quindi con i governi che si succedevano - ma anche spingendo la categoria a partecipare a iniziative genericamente culturali che potevano darle certo visibilità, forse non lavoro. Ma questo suo disegno di rilancio di una categoria professionale non poteva che passare attraverso le attività degli ordini professionali che lui con tanto radicamento rappresentava: quegli ordini che molti di noi, per la verità, vorrebbero vedere scomparire. Fu sempre questo un terreno di confronto dialettico con Raffaele, vissuto sempre con il sorriso e la simpatia umana che lo contraddistinguevano. La sua prematura scomparsa ci impone oggi di ricordarne la figura ma anche di provare a fare qualche considerazione nel merito delle questioni che hanno occupato la sua vita. Quando, davanti alla crisi imposta dall'Europa alla soppressione degli ordini, alla via della loro sindacalizzazione, secondo l'esempio spagnolo, preferì la ricerca di una sorta di «grandeur» della professione d'architetto, scontò il limite rappresentato dalla qualità delle organizzazioni periferiche, nelle quali avanzavano figure che non sempre rappresentavano il mondo e le problematiche degli architetti progettisti ma sovente, attenti alle possibilità di occupazione del potere che di volte in volte si offriva, tralasciavano di preoccuparsi di migliorare le condizioni di lavoro di una categoria e quindi i rapporti fra la categoria medesima e lo Stato.
(...)

Morto Sirica in lutto gli architetti
 
 
 
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