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Intervista con Margherita Guccione, Direttore del MAXXI Architettura

 
Questa intervista è stata pubblicata sul Focus di Maggio 2009
 
 

Oggi l'architettura diventa spesso simile ad una scultura, forse anche il MAXXI, disegnato da Zaha Hadid, ne è un esempio. Dal suo punto di vista una struttura museale, che è essa stessa una scultura architettonica, facilita la rappresentazione dell'opera d'arte?

Il MAXXI, nel progetto dell'anglo-irachena Zaha Hadid ormai prossimo all'inaugurazione, appare in tutta la sua forza scultorea, scenografica, spettacolare, nuova icona della Roma contemporanea. Un'architettura che, come testimoniato da numerosi esempi a livello internazionale, subisce senza dubbio l'influenza delle arti figurative, e questo a mio parere è da considerarsi un valore aggiunto per la cultura del presente. D'altra parte, Zaha Hadid anche in virtù della sua formazione, non può essere considerata un comune architetto. E' piuttosto una progettista nel senso più ampio del termine, in grado di muoversi con grande abilità tra ambiti disciplinari molto diversi, dalla pittura al design, dalla scenografia alla moda.
Dal punto di vista museografico, il MAXXI sarà una grande sfida: per ripensare le modalità di presentazione delle opere e aprirne la comprensione a un pubblico sempre più vasto e attivo all'interno della struttura museale. Attraverso l'impegno congiunto e le capacità intepretative di curatori e allestitori di rango, sarà possibile offrire nuovi punti di vista sul museo, non più tradizionale contenitore dell'opera d'arte ma strumento flessibile aperto alla interdisciplinarietà e alla mutevolezza dei linguaggi attuali. Dal punto di vista museografico sarà necessario pensare ad allestimenti dalla forte connotazione spaziale, per stimolare una proficua dialettica tra le opere mostrate e la struttura architettonica.
 
 

Quali vantaggi presenta la grande struttura culturale rispetto alla rete diffusa di piccoli poli sul territorio?

Una struttura come il MAXXI, in cui convergono professionalità diversificate in continuo collegamento con le realtà internazionali di maggiore prestigio, ha la possibilità di orientare le tendenze, promuovere le diverse forme della creatività contemporanea e al contempo tutelare e diffondere la conoscenza delle grandi opere, parte essenziale dello straordinario patrimonio italiano. Il museo, laboratorio per le arti e luogo di studio e ricerca, si propone quindi come punto di riferimento per una rete sempre più dinamica e attiva tra i diversi poli culturali presenti in Italia, stabilendo accordi e scambi tra accademie, dipartimenti universitari, e tutte le strutture che operano nel campo dell'architettura e dell'arte in senso più generale. Per offrire al pubblico - di settore, specializzato e generico - un fondamentale luogo di appropriazione della cultura del Paese.
Il MAXXI è il primo museo nazionale che si pone l'ambiziosa missione di promuovere l'arte e l'architettura del XXI secolo. In quale modo queste due discipline dialogano?
Credo sia difficile se non controproducente, tracciare netti confini tra le varie forme d'arte, nel senso più esteso che questo termine può rappresentare. Artisti e architetti, come scrittori, registi o musicisti, si influenzano vicendevolmente. Sempre di più collaborano per realizzare progetti in comune, alcuni di altissimo livello. L'intreccio dei linguaggi è una delle caratteristiche più rilevanti dei nostri tempi, la cultura ne trae forza vitale, delineando sempre inediti paesaggi.
Per tale ragione, un museo come il MAXXI è una grande occasione di confronto e sviluppo per le arti, e in particolare per quelle figurative in dialogo con l'architettura. Il museo stesso, secondo il progetto di Zaha Hadid, tradisce una visione pittorica dello spazio architettonico, trasformando riferimenti e suggestioni provenienti dal mondo dell'arte, in forma costruita.
Sarà proprio la necessità di confrontarsi con situazioni sempre differenti che ci porterà a sperimentare nuove soluzioni, spingendo architetti, artisti e curatori a cambiare i punti di vista tradizionalmente acquisiti. Per dare vita, giorno dopo giorno, a una straordinaria fucina della creatività contemporanea che rappresenti uno spaccato del nostro presente in tutta la sua complessità.
 
 

Con il MAXXI sta nascendo il museo di architettura...

Il MAXXI ha al suo interno il primo museo nazionale di architettura. Il suo radicamento nel contesto culturale e territoriale italiano ne definisce l'identità e la missione prevalente. Il Museo prevede due linee di azione distinte ma in costante dialogo, quella che procede verso la storicizzazione dell'architettura del Novecento e quella contemporanea che intende rispondere agli interrogativi e alle aspettative della società attuale. Museo storico e museo contemporaneo sviluppano una feconda dialettica tra passato e attualità, adottando di volta in volta le forme e gli strumenti più adatti per analizzare tendenze e personalità, modelli culturali e comportamenti sociali.
Dal punto di vista della suddivisione degli spazi, il MAXXI architettura si estende su una superficie di 1.800 mq. Di questi, 400 mq ospiteranno il Centro Archivi di Architettura che svolgerà un notevole lavoro di ricerca e tutela degli archivi storici presenti in collezione; nello spazio restante, due gallerie di 700 mq, verranno allestite due mostre ogni anno in contemporanea. Si avvicenderanno esposizioni temporanee, che mostreranno al pubblico i due principali filoni di ricerca del Museo: dalla ricca documentazione di archivio, parte della collezione museale, su Carlo Scarpa, Pier Luigi Nervi, Aldo Rossi, solo per citarne alcuni, alle committenze e le opere site specific, frutto di collaborazioni con altre istituzioni. Non meno importante sarà invece lo spazio dedicato alle attività dedicate all'architettura contemporanea, un campo ancora tutto da scoprire, in cui l'istituzione avrà il compito fondamentale di promuovere, veicolare, incoraggiare le nuove ricerche, in Italia così come all'estero.
Mettendo in relazione passato e presente, il MAXXI architettura sarà sempre in relazione con il MAXXI arte, condividendo spazi e spesso programmi e attività, in un circolo virtuoso di rimandi e scambi tra le due discipline.
 
 

Le trasformazioni in atto nelle città sono sempre più veloci. Come è possibile registrarle e rappresentarle in uno spazio espositivo?

Torno di nuovo a parlare del complesso architettonico che è il primo grande interprete nonché agente diretto della trasformazione della città. Le origini della scelta del progetto di Zaha Hadid, risiedono proprio in questa incredibile capacità dell'edificio di anticipare attraverso la forma architettonica gli sviluppi urbani, la flessibilità e fluidità di zone in costante cambiamento. Lo spazio museale è denso di energia, mutevole e attraente; libero dalle consuete coordinate cartesiane, attraverso linee sinuose, rappresenta l'ampio sistema di relazioni tra le diverse aree del tessuto urbano, proponendo una nuova identità per il quartiere e, in senso più esteso, per la città. L'itinerario attraverso le molteplici forme artistiche del XX e XXI secolo è altamente innovativo, svelando di volta in volta inaspettati punti di vista. I percorsi definiti dal progetto sembrano richiamare le traiettorie date dal passaggio dei futuri visitatori, esaltando l'intreccio, le connessioni spaziali e temporali, la complessità delle metropoli che abitiamo. L'attività che prevediamo di ospitare sarà anch'essa sintesi e rappresentazione delle molteplici direzioni e significati suggeriti dalla società attuale.
Come officina, più che semplice contenitore/espositore, il museo avrà la missione di creare le condizioni di sviluppo e crescita per la cultura del futuro, non limitandosi a interpretare ciò che già esiste. Il tutto giocato in un organismo architettonico dinamico, che vede nella flessibilità di utilizzo e nella versatilità degli ambienti la sua carta di maggior valore. Per offrire ai cittadini esperienze sempre diversificate, al di là di spazi rigidi e facilmente codificabili. Un museo che sia architettura e al contempo opera d'arte.
 
 

Interattività e tridimensionalità possono essere strumenti che facilitano il "racconto" dell'architettura. Come usarli per creare un vero interesse, soprattutto nei giovani?

Da diversi anni le attività del MAXXI sono accompagnate da programmi educativi rivolti a tutte le fasce di pubblico, al di là delle competenze e dell'età. Siamo convinti che un museo per funzionare debba incoraggiare la partecipazione degli utenti, offrendo la possibilità di studiare, fare ricerca, e al contempo avvicinare con programmi appositamente pensati, anche i visitatori non specializzati. A tal fine, il museo può attrezzare piattaforme altamente tecnologiche, multimediali, che aiutino il pubblico più vasto a fruire in maniera efficace degli eventi presentati, anche attraverso attività di svago. È impossibile infatti pensare di offrire cultura senza tener conto della società attuale, in cui le tecnologie influenzano in modo imprescindibile la vita quotidiana. Per il MAXXI, stiamo studiando con l'ausilio di esperti, un sistema di percorsi diversificati che uniscano all'approccio tradizionale, quello virtuale delle più moderne tecniche di esposizione computerizzate. In questo modo, anche l'architettura, a cui il pubblico generalista si sta sempre più interessando, potrà giovare di criteri comunicativi molto più diretti e facili da gestire autonomamente. Basti pensare che il Centro Documentazione del MAXXI sta lavorando per costruire banche dati digitali per i documenti d'archivio, accessibili a tutti per uno studio sistematico, anche grazie a filmati e materiale audiovisivo prodotti per l'occasione. Per far sì che materiali fino a pochi anni fa riservati a un numero ridotto di ricercatori, possano essere fruiti agevolmente da tutti gli interessati.
Così facendo il museo, da luogo spesso considerato "inavvicinabile", diventa punto d'incontro e di aggregazione sociale, grazie alla cultura e a un rapporto attivo con la comunità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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