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Piano Casa per ridisegnare le nostre aree urbane


Questa intervista è stata pubblicata sul Magazine di Marzo 2009
 
 

Il tempo impiegato in Europa per realizzare un opera pubblica puntuale mediamente è suddiviso in un terzo dedicato alla programmazione, un altro terzo dedicato alla progettazione, un ultimo terzo dedicato alla realizzazione. In Italia, generalmente, il tempo dedicato alla programmazione effettiva è prossimo allo zero, quello dedicato alla progettazione è ridotto dalle gare ai minimi termini e la quasi totalità del tempo è dedicata alla realizzazione. Quali le misure che il Governo intende attuare per superare il gap con gli altri Paesi?

Non vorrei deludere perché, purtroppo, in Italia, almeno nel campo delle infrastrutture, la programmazione è stata definita nel 1986 con l'approvazione del Piano generale dei Trasporti, tale quadro programmatico è stato riconfermato con l'aggiornamento sempre del Piano generale dei Trasporti nel 2001 e solo nel 2002, cioè dopo sedici anni, si è passati all'attuazione di tali scelte attraverso il Piano Decennale delle Infrastrutture Strategiche. Anche per la progettazione abbiamo incontrato serie difficoltà: nel 2002 disponevamo solo del 10% dei progetti del Piano decennale e si è così dovuto, in soli tre anni, redigere i progetti preliminari e, dove possibile, i progetti definitivi. Infine per quanto concerne i tempi di realizzazione delle opere, senza dubbio, sono d'accordo che in Italia sono più lunghi ma penso che realizzare oltre 1.000 chilometri di ferrovia ad alta velocità in quindici anni lungo un territorio antropizzato come il nostro, un territorio che solo nel tratto Bologna - Milano è caratterizzato da città come Modena, Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Lodi, possa ritenersi un risultato accettabile. Altrettanto va ricordato che,  dal momento in cui è entrata in vigore la Legge Obiettivo, cioè dal 2001, si è riusciti a realizzare opere in tempi davvero contenuti. Mi riferisco in particolare al completamento dell'autostrada Palermo - Messina, della terza corsia del raccordo anulare di Roma, del passante di Mestre, del 55% di avanzamento dei lavori del Mo.SE.
Pur riconoscendo sempre lunghe le tre fasi temporali legate alla programmazione, progettazione e realizzazione, sono dell'avviso che il Governo Berlusconi sia durante la Legislatura 2001 - 2006, sia in questa, ha dato segnali forti e concreti per l'attuazione dell'infrastrutturazione organica del Paese.
 
 

Per attuare una vera ed efficace programmazione delle opere pubbliche da parte delle amministrazioni locali, ridurre sprechi di tempo e danaro ed aumentare la qualità del realizzato, non sarebbe possibile rendere prioritaria sulla progettazione, la programmazione da parte degli uffici tecnici? Quali sono le vie d'uscita possibile per portare l'Italia in Europa anche in questo campo?

Sin dal 2001 e durante il periodo di Presidenza italiana dell'Unione Europea nel 2003, abbiamo voluto che l'Europa si dotasse di un master plan delle infrastrutture e ci siamo riusciti proprio attraverso la definizione programmatica delle Reti TEN. Il Piano Decennale delle Infrastrutture Strategiche, il Piano supportato dalla Legge Obiettivo, per oltre l'80% attua proprio il quadro programmatico definito dal Parlamento europeo nell'aprile del 2004 proprio con l'approvazione delle reti TEN. Faccio un esempio: fino al 2001 il Corridoio 1 (Berlino - Palermo) riguardava solo il segmento ferroviario Monaco - Verona, il Corridoio 5 (Lisbona - Kiev) era relativo solo al collegamento Trieste - Kiev, il Corridoio 8 collegava Durazzo con Tirana e quindi non interessava come invece oggi, il nostro Paese, ed il Corridoio Rotterdam - Genova non esisteva. Oggi i Corridoi delle reti TEN sono, praticamente, il tessuto connettivo della nostra offerta infrastrutturale. 
 
 

La crisi economica colpisce in modo pesante il settore dell'edilizia anche per quanto attiene i progettisti. L'uso dissennato e senza motivazione del criterio del prezzo più basso, senza esclusione delle offerte anomale, costringe a ribassare le offerte tariffarie delle poche gare rimaste a quantità insostenibili in particolare per i giovani e medi progettisti, causando una consistente esclusione di moltissimi operatori dalla partecipazione alle gare di progettazione. Come si può intervenire alleviare questa situazione?

Condivido pienamente che il criterio del "prezzo più basso" sia un filtro discutibile che incrina la qualità dell'offerta e, al tempo stesso, penalizza la validità intrinseca del progetto. Stiamo proprio in questi giorni verificando come intervenire sull'offerta anomala, come rendere più coerenti alle esigenze delle stazioni appaltanti e del Paese i criteri di affidamento dei progetti e quelli delle opere. Tenendo anche conto delle più ampie potenzialità dell'altro criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
 
 

I requisiti di partecipazione alle gare, soprattutto quelli economici, sono quasi sempre utilizzati immotivatamente dagli Enti pubblici, al massimo della forbice consentita dal Codice e dal Regolamento. Anche questo aspetto causa una sostanziale restrizione del mercato escludendo in particolare i giovani dal settore e causando tendenzialmente un regime di quasi monopolio. Il criterio della qualità e della concorrenza è svilito da tale stato di cose anche per un scarso ricorso alla procedura del Concorso di progettazione. Quali sono le iniziative che il Governo intende assumere in questo campo ?

Sul tema legato alle procedure del "Concorso di progettazione" concordo soprattutto per quanto concerne il comparto dell'edilizia, il comparto dell'assetto urbano, della riqualificazione urbana. Penso che il Piano Casa, questa operazione che può e deve essere un'interessante occasione architettonica ed urbanistica, sicuramente diventerà un grande momento per ridare motivazione alle professionalità presenti nel nostro Paese. Una possibilità non solo per progettare edifici ma per ridisegnare, ove possibile, le nostre realtà urbane. 
 
 

Il Consiglio dei Ministri ha trasmesso alle Camere il Disegno di Legge sulla qualità architettonica (n. 1264 del Senato) da tempo fortemente voluto dagli architetti italiani. Il testo, che prende forma da precedenti iniziative, come può essere arricchito in particolare ai fini dei criteri della qualità e della concorrenza e alla luce della attuale situazione di crisi?

Il dibattito nelle Commissioni e poi nelle Aule parlamentari sarà certamente il luogo più adatto per eventuali miglioramenti ed arricchimenti del testo approvato dal Governo. Non mancherà da parte dell'esecutivo lo spirito di collaborazione con l'organo legislativo. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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