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Un buon museo deve proporre mostre comprensibili a tutti

 
Questa intervista è stata pubblicata sul Focus di Giugno 2009

 

"La Guerra Fredda - Cold War. Arte e design in un mondo diviso 1945-1970" è questo il titolo della mostra attualmente in corso al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. È la prima volta che il MART produce una mostra che interessa, oltre all'arte, anche temi quali il design, l'architettura, il cinema e la cultura popolare di un certo periodo?

Non è affatto la prima volta che il MART mette in mostra diverse forme di arte seguendo il filo conduttore di un unico tema, anzi è proprio una prerogativa del MART quella di evidenziare, con le sue mostre, le relazioni forti tra le diverse arti raccontando una tematica.
La mostra "La Guerra Fredda - Cold War. Arte e design in un mondo diviso 1945-1970" prodotta in collaborazione con il Victoria & Albert Museum di Londra è la prima dedicata al design, all'architettura, al cinema e alla cultura popolare sviluppatisi in quegli anni.
 
 

La sede del MART è nota per essere stata progettata da un famoso architetto come Mario Botta. Oltre alla forte "riconoscibilità " della struttura anche presso i non addetti ai lavori quali sono, secondo lei, le principali qualità della sede espositiva?

Il MART ha una sua riconoscibilità architettonica ma la sua struttura non è autocelebrativa, al contrario vi è un forte legame con il contesto urbano in cui si inserisce. Il MART non è un'architettura che si vede da lontano ma solo avvicinandosi al suo ingresso si svela questa grande agorà, questa piazza che è come un abbraccio per i visitatori.
Gli spazi interni sono totalmente ad uso delle mostre e facilmente adattabili alle esigenze delle collezioni. Credo che un'architettura come quella del MART non è un'"opera d'arte" ma al contrario è un "contributo" che deve avere dei requisiti da mettere a disposizione del curatore o del direttore del museo. Lo spazio deve essere utilizzabile per dare importanza all'opera. Il contrario a mio avviso è sbagliato in partenza.
 
 

Secondo la sua personale esperienza, attualmente, che relazione esiste tra l'arte e l'architettura? E quando le due discipline possono incontrarsi in modo proficuo e quali sono invece i rischi, se ce ne sono, di un'immedesimazione tra le due discipline?

Secondo me c'è una forte relazione tra arte ed architettura ed è anche molto importante mostrarla. L'ormai noto concetto di archistar dimostra che oggi gli architetti sono artisti.
Direi che il punto di congiunzione tra una mostra d'arte e una d'architettura sta nella capacità di renderle entrambe comprensibili ad un vasto pubblico. Oggi, nel 2009, diversamente da quanto accaduto nel passato, non si può assolutamente pensare che una mostra di architettura sia solamente per gli addetti ai lavori ed è per questo motivo che le mostre devono essere ben spiegate e didatticamente accessibili. È necessario condurre il pubblico e aiutarlo alla comprensione. Questo è il ruolo di un buon museo. Chi organizza una mostra non può pensare di farla per se stesso o per pochi esperti, deve pensare che c'è un vasto pubblico da guidare alla comprensione di quello che vede perché le mostre hanno un ruolo didattico: devono condurre il pubblico ad una crescita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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