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Il contributo degli architetti aquilani nell'emergenza: dallo slancio immediato alle proposte concrete

 
Pubblicato sul:
Focus n° 05 maggio 2009
 
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Abbiamo chiesto al presidente dell'Ordine di L'Aquila una testimonianza per trasmettere, attraverso questo numero di Focus, il senso del lavoro dei professionisti aquilani in questo drammatico momento. Alle ore 3,32 del 6 aprile 2009 un violentissimo terremoto ha distrutto una città bellissima e devastato un territorio straordinario ricco di centri storici affascinanti. Il primo pensiero va alle tante vittime il cui ricordo non potrà mai essere cancellato, come l'immagine della Casa dello studente, simbolo di 27.000 universitari.

La sede dell'Ordine degli Architetti, in pieno centro storico, è crollata insieme ad altri mille palazzi e chiese. Ma dal 7 aprile gli architetti aquilani erano già al lavoro e, grazie ad un container regalato dal Comune di Roma, si sono insediati nella tendopoli di S. Vittorino. Al terzo tentativo siamo entrati nella sede dell'Ordine, abbiamo potuto recuperare i computer e cominciare ad intessere la rete di comunicazione con i nostri colleghi. Circa 200 architetti aquilani hanno offerto la propria opera di volontariato alla Protezione Civile che però, almeno nei primi giorni dell'emergenza, ha privilegiato quali interlocutori le Università e i propri consulenti.
Successivamente gli architetti aquilani sono stati reclutati per le operazioni di censimento degli edifici danneggiati ma è stato chiesto loro di essere totalmente autonomi dal punto di vista logistico e di sottoscrivere un impegno a non assumere lavori professionali con attinenza alle operazioni svolte per conto della Protezione Civile.

L'Ordine ha fortemente protestato per questa clausola penalizzante e ingiusta verso gli architetti
aquilani che hanno perso i loro studi e non possono svolgere la professione. E il paradosso è che tutti
gli altri tecnici non operanti nel volontariato possono assumere incarichi professionali.
Sulla questione è intervenuto energicamente anche il CNAPPC chiedendo, purtroppo invano, una deroga per gli architetti aquilani anche considerando che i 1.200 consulenti della Protezione Civile e i rappresentanti delle Università non devono sottoscrivere alcun impegno ad assumere incarichi.
Fin dai primi giorni, in tali condizioni difficili e confuse, l'Ordine ha organizzato gruppi di volontari che si sono messi a disposizione delle istituzioni. In particolare alcuni architetti stanno collaborando con il Comune per la redazione del cosiddetto "PRG dell'emergenza" riscontrando, anche in questo caso, difficoltà a incidere fattivamente nei confronti dei rappresentanti governativi.
L'Ordine ha costituito una serie di commissioni (Beni Culturali, Urbanistica, Lavori Pubblici, Rapporti con gli Enti) per predisporre degli specifici documenti. Di notevole interesse il programma elaborato dalla Commissione Beni Culturali sul recupero del centro storico: realizzare una documentazione video-fotografica dei palazzi per censire l'entità del danno; mettere in sicurezza gli edifici a rischio rendendo agibili zone della città per riavviare le attività; riaprire la viabilità principale; intervenire sulle abitazioni, edifici pubblici e religiosi; gestire le macerie per consentire il recupero degli elementi di importanza storico-artistica; estendere le modalità ai centri storici minori; individuare modalità di intervento per ricostruire gli edifici crollati.
La Commissione Urbanistica per le ricostruzioni ha individuato i requisiti per il risparmio energetico e la tutela della salute ed il benessere interno. L'Ordine, inoltre, sta predisponendo una richiesta al Ministero dei Beni Culturali di apposizione "vincolo monumentale generalizzato" delle zone "A" dei centri storici, ritenendoli un unico monumento da trattare in maniera unitaria.

 
 
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