Gli architetti per la tutela del paesaggio e la sostenibilità: ambiente e territorio siano priorità nazionali
Il 1° ottobre quella che in gergo meteorologico viene definita "bomba d'acqua", ossia una
precipitazione intensa pari alla quantità che in media si riversa nell'arco di una stagione, è caduta su
una porzione di territorio di 7 per 7 kmq in tre ore. E questo è successo perchè ad una temperatura al
suolo di 28° si è contrapposta una temperatura di -70° alla cima della formazione nuvolosa. Avviene
spesso nei climi subtropicali, meno spesso nel mediterraneo,
Questa volta è successo proprio al di sopra di aree antropizzate, urbanizzate e infrastrutturate,
nell'area a sud di Messina compresa tra Giampilieri, Briga marina, Molino, Altolia, Itala, Scaletta
Zanclea, tutti villaggi e comuni posti alle pendici delle colline, alcuni risalenti ad epoca normanna.
L'enorme quantità d'acqua caduta sui versanti delle colline, già indeboliti dal disboscamento causato
dagli incendi estivi, ha letteralmente sgretolato lo strato superficiale incoerente del suolo naturale,
provocando, nella parte alta, importanti smottamenti dei versanti che, franando a valle, hanno portato
con sé colate rapide di fango e detriti per decine di migliaia di metri cubi.
Una valanga di fango e detriti a carattere distruttivo che si è abbattuta sui centri abitati travolgendo i
fabbricati ubicati al piede del versante.
Quelli che nelle immagini degli ultimi giorni sembrano torrenti a ridosso dei quali si è costruito
abusivamente sono semplicemente strade che la valanga ha riempito nella foga della sua discesa.
Gli abusi edilizi della frazione di Giampilieri consistono in trasformazioni di finestre in porte o
chiusure di balconi, questioni irrilevanti rispetto al territorio e che in nessun modo hanno contribuito
alla tragedia.
Anche l'immagine simbolo di quell'abusivismo a cui tanti con superficialità hanno fatto riferimento, il
fabbricato di Scaletta Zanclea a margine del torrente Racinazzo, è in realtà un edificio realizzato nei
pressi di un corso d'acqua incanalato in un'intubata sopra la quale passano in rilevato la Strada Statale
114 e la Ferrovia.
L'acqua si sarebbe normalmente incanalata nei torrenti esistenti a cielo aperto e negli scatolari dei
torrenti intubati. La frana della montagna ha invece sommerso l'abitato.
Parlare di responsabilità dell'abusivismo è un modo semplice per non affrontare il vero problema.
Parliamo invece della mancanza cronica di attenzione per il nostro territorio, per le nostre montagne e
per le nostre coste, prezioso patrimonio collettivo che nell'ultimo secolo è stato progressivamente
abbandonato con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
A differenza di ciò che è stato dichiarato dal sottosegretario Bertolaso, la nostra categoria è, per
propria formazione, sensibilità e cultura, estremamente attenta al restauro del Paesaggio e alla
sostenibilità urbana e naturale, ed è proprio da noi che deve partire un grido d'allarme perchè
l'Ambiente, il Territorio, tornino ad essere obiettivi principali nella politica nazionale e
nell'amministrazione di Regioni ed Enti Locali.
Gli architetti per la tutela del paesaggio e la sostenibilità: ambiente e territorio siano priorità nazionali
Pubblicato sul:
Focus n° 10/09
Gli architetti per la tutela del paesaggio e la sostenibilità: ambiente e territorio siano priorità nazionali
Il 1° ottobre quella che in gergo meteorologico viene definita "bomba d'acqua", ossia una
precipitazione intensa pari alla quantità che in media si riversa nell'arco di una stagione, è caduta su
una porzione di territorio di 7 per 7 kmq in tre ore. E questo è successo perchè ad una temperatura al
suolo di 28° si è contrapposta una temperatura di -70° alla cima della formazione nuvolosa. Avviene
spesso nei climi subtropicali, meno spesso nel mediterraneo,
Questa volta è successo proprio al di sopra di aree antropizzate, urbanizzate e infrastrutturate,
nell'area a sud di Messina compresa tra Giampilieri, Briga marina, Molino, Altolia, Itala, Scaletta
Zanclea, tutti villaggi e comuni posti alle pendici delle colline, alcuni risalenti ad epoca normanna.
L'enorme quantità d'acqua caduta sui versanti delle colline, già indeboliti dal disboscamento causato
dagli incendi estivi, ha letteralmente sgretolato lo strato superficiale incoerente del suolo naturale,
provocando, nella parte alta, importanti smottamenti dei versanti che, franando a valle, hanno portato
con sé colate rapide di fango e detriti per decine di migliaia di metri cubi.
Una valanga di fango e detriti a carattere distruttivo che si è abbattuta sui centri abitati travolgendo i
fabbricati ubicati al piede del versante.
Quelli che nelle immagini degli ultimi giorni sembrano torrenti a ridosso dei quali si è costruito
abusivamente sono semplicemente strade che la valanga ha riempito nella foga della sua discesa.
Gli abusi edilizi della frazione di Giampilieri consistono in trasformazioni di finestre in porte o
chiusure di balconi, questioni irrilevanti rispetto al territorio e che in nessun modo hanno contribuito
alla tragedia.
Anche l'immagine simbolo di quell'abusivismo a cui tanti con superficialità hanno fatto riferimento, il
fabbricato di Scaletta Zanclea a margine del torrente Racinazzo, è in realtà un edificio realizzato nei
pressi di un corso d'acqua incanalato in un'intubata sopra la quale passano in rilevato la Strada Statale
114 e la Ferrovia.
L'acqua si sarebbe normalmente incanalata nei torrenti esistenti a cielo aperto e negli scatolari dei
torrenti intubati. La frana della montagna ha invece sommerso l'abitato.
Parlare di responsabilità dell'abusivismo è un modo semplice per non affrontare il vero problema.
Parliamo invece della mancanza cronica di attenzione per il nostro territorio, per le nostre montagne e
per le nostre coste, prezioso patrimonio collettivo che nell'ultimo secolo è stato progressivamente
abbandonato con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
A differenza di ciò che è stato dichiarato dal sottosegretario Bertolaso, la nostra categoria è, per
propria formazione, sensibilità e cultura, estremamente attenta al restauro del Paesaggio e alla
sostenibilità urbana e naturale, ed è proprio da noi che deve partire un grido d'allarme perchè
l'Ambiente, il Territorio, tornino ad essere obiettivi principali nella politica nazionale e
nell'amministrazione di Regioni ed Enti Locali.
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