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Il nuovo sistema per il calcolo dei compensi professionali: pronto il regolamento per definire le tariffe

 

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Ogni qual volta si affronta il problema delle tariffe come applicazione di un sistema che valuti i compensi del nostro lavoro si pongono alcune considerazioni e interrogativi.
Dopo la crisi del 2006 (Decreto Bersani) e prima ancora con le posizioni dell'Antitrust, la situazione è diventata sempre più problematica. Tutto nel campo delle tariffe è diventato o relativo o di riferimento, comunque confuso. Il suo utilizzo è spesso riservato al solo probabile timore di contenzioso. Comunque dobbiamo riconoscere che i sistemi tariffari, oggi, ancorché di riferimento, non sono più adeguati.
Non è che, per legge, manchi lo strumento per ottenere il compenso che spetta per la prestazione effettuata.
Basti ricordare quanto è contenuto nel Codice Civile, art. 2233, che permette di applicare un compenso contrattato fra le parti sostenendo che in ogni caso ...."la misura del compenso deve essere adeguata
all'importanza dell'opera e al decoro della professione". Giustamente, in linea di principio, ma rimane sempre l'interpretazione, il dubbio del minimo da chiedere senza incorrere in cifre che penalizzano e squalificano il proprio lavoro. È un importante articolo, ma deve essere seguito necessariamente da una interpretazione
regolamentare di tariffa. Come in effetti è successo con la L.143/49.
Non si può d'altronde sostenere di lasciare tutto alla libera contrattazione di mercato. Sono noti i  guasti che ha creato in una situazione di offerta in eccesso come quella attuale. Dove non esistono regole trova facile esca il comportamento antideontologico che diventa turbativo di una leale concorrenza e provoca una dequalificazione della prestazione.
Che occorreva fare? Assodata la improrogabile necessità di avere un strumento tariffario, è parso al CNAPPC che fosse giunto il momento di intraprendere una coraggiosa iniziativa di riforma della tariffa, sia per il settore privato che quello pubblico. Per la verità già nel 2004 fu fatto un tentativo di riformare le tariffe ma più per adeguarla alle nuove modalità di fare la professione, in quel momento, che per una vera spinta innovativa.

 
 
 
 
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