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Una crisi senza precedenti. Fatturato sceso di un terzo

 
Testata:
la Repubblica
 
Data:
21-02-2011
 
Autore:
Daniele Autieri
 
 

Quello del 2008 era stato un Capodanno memorabile, che si lasciava alle spalle dodici mesi di abbondanza e un incremento del giro d'affari di 20 miliardi di euro. Ma non c'è stato neanche il tempo per finire le bottiglie di champagne che i professionisti hanno dovuto togliersi la giacca e rimboccarsi le maniche della camicia.
Quando la crisi economica è arrivata a colpire questo esercito variegato che produce quasi il 17% del Pil italiano, l'ha fatto con inaspettata durezza. Da allora gli indici dei fatturati sono andati a picco, i budget delle consulenze sono crollati, i contratti ridotti e i posti di lavoro tagliati. Ad oggi, circa 300mila i professionisti rischiano di appendere l'abito grigio nell'armadio. Del resto, le statistiche non lasciano spazio all'ottimismo: secondo i dati dell'Associazione Contribuenti Italiani confermati dagli ordini professionali, il giro di affari di avvocati e commercialisti è crollato nel 2010 del 46%; un 37% lo ha fatto segnare il fatturato medio di medici, veterinari e biologi; mentre la picchiata si è fermata al 30% per ingegneri e architetti, ma anche per giornalisti e sociologi. In media, per tutte le professioni il fatturato è sceso di oltre un terzo.
(...)
La crisi, insomma, oltre ad aver impoverito le professioni, ha inasprito la lotta generazionale per la sopravvivenza tra la rendita di posizione difesa dai più anziani e la voglia di emergere rivendicata dai più giovani. Lo stesso è accaduto nella famiglia dei medici, dove le prenotazioni sono crollate nel corso del 2010 del 41% e le forniture professionali del 51.
Situazione difficile anche per gli ingegneri il cui reddito medio (37.927 euro nel 2010) è calato dell'8% rispetto al 2005. A questo si è aggiunta la difficile situazione delle gare dove le commesse sono state assegnate nell'anno scorso con un ribasso medio del 43,1%. «L'ingegnere - dichiara Giovanni Rolando, presidente del Consiglio Nazionale - non dev'essere più visto come un privilegiato perché lo stipendio da dipendente di un neolaureato è di circa 1.000/1.300 euro».
Non molto diversa è la condizione degli architetti. La loro fotografia, scattata dal Cresme alla fine del 2010, rivela che il 40% della categoria soffre per la crisi, il 35% resiste, ma c'è un 25% che ha saputo capitalizzare le opportunità e sta crescendo. Il problema più grave, anche in questo caso, sono i ritardi nei pagamenti: per gli enti pubblici la media è passata dai 100 giorni del 2008 ai 140 del 2010; per le imprese da 63 a 119 e per le famiglie da 46 a 81.
(...)

 
 
 
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