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Ai lavori pubblici servono qualità e concorrenza

 

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Testata:
 
 
Data:
 
 
Autore:
Rino La Mendola, Vicepresidente CNAPPC
 
 

Uno degli obiettivi principali di lavoro per il nuovo CNAPPC

Uno degli obiettivi principali del Consiglio Nazionale neoeletto è quello di ripristinare il compromesso rapporto tra l'architetto ed il mercato, soprattutto nell'ambito dei lavori pubblici. Durante gli ultimi vent'anni la normativa nazionale di settore, inseguendo affannosamente le direttive europee, ha trasformato l'architetto in un imprenditore che, per accedere alle commesse pubbliche, è costretto a passare per gare fondate su parametri selettivi di tipo quantitativo, come la valutazione del fatturato o del ribasso dell'onorario, che, dopo l'abbattimento dei minimi tariffari, raggiunge spesso percentuali altissime (sino a superare l'80%), in barba alla qualità delle prestazioni professionali ed alla dignità dell'architetto. A questo si aggiunga il ricorso, spesso inadeguato, all'appalto integrato che esalta gli aspetti tecnologici ed imprenditoriali dei lavori da realizzare, mortificando quelli progettuali e quindi la creatività dell'architetto.
Il Consiglio neoeletto punta a recuperare il ruolo centrale dell'architettura nell'esecuzione delle opere pubbliche, rivalutando il concorso, quale unico strumento per l'affidamento di incarichi professionali che riguardino la progettazione di lavori di particolare rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale e storico-artistico. Un concorso che si affranchi dalle lungaggini burocratiche che ne hanno impedito, ad oggi, un'adeguata diffusione, puntando su procedure telematiche di partecipazione e su un numero adeguatamente contenuto di elaborati, con l'obiettivo di ridurre i tempi di svolgimento ed i costi a carico dei partecipanti, pur non compromettendo la rappresentazione dell'idea da valutare. Tali procedure incentiverebbero la partecipazione dei giovani e degli architetti che, sebbene capaci di garantire qualità, sono sprovvisti di curriculum e fatturato. Inoltre, potrebbe essere garantita maggiore trasparenza nell'iter concorsuale puntando ad una giuria, i cui componenti siano selezionati, a mezzo di pubblico sorteggio, in seno ad elenchi di esperti in possesso di capacità analitica e critica dell'architettura, predisposti, previa pubblicità, dagli Enti aggiudicanti e dagli Ordini Professionali.
Lungo tale percorso, teso a restituire qualità alle prestazioni professionali, sosteniamo l'iniziativa del periodico "Progetti e Concorsi", che, con il n°5 dello scorso mese di febbraio, ha lanciato una nuova legge di iniziativa popolare per l'architettura, che punta sul concorso di progettazione, incarnando i principi a cui si sono già ispirate analoghe iniziative, promosse nel tempo dal CNAPPC, ma purtroppo mai concretamente trasformate in legge. Siamo comunque consapevoli che, in relazione all'oggetto dei lavori, non sempre il concorso sia lo strumento più idoneo per l'affidamento di taluni servizi di architettura e ingegneria, per cui siamo, in atto, impegnati a far sì che le procedure di affidamento alternative al concorso siano in grado di garantire qualità, trasparenza, rotazione, non discriminazione, pari opportunità e, soprattutto, incentivi per i giovani.
Il prossimo 18 aprile si chiuderà la fase di consultazione promossa dalla Commissione Europea per la revisione della direttiva 2004/18/CE. Ovviamente, il CNAPPC ha già offerto il proprio contributo, presentando, attraverso il CAE (Consiglio Europeo degli Architetti), un documento finalizzato a: rafforzare il ruolo del concorso; assicurare la continuità dell'attività progettuale nell'arco dell'intero processo di attuazione dell'opera; rafforzare il concetto di separazione tra il servizio di progettazione e l'appalto dei lavori; ripensare ad un sistema di tariffazione, che definisca compiutamente il concetto di giusta "remunerazione", a garanzia di effettiva qualità e concorrenza.
 
 
 
 
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