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It's the end of the world as we know it (and I feel fine)*

 

in: Focus 10/11

Testata:
 
 
Data:
 
 
Autore:
Simone Cola, consigliere CNAPPC
 
 
Tutti conosciamo la difficile situazione politica ed economica nella quale versa il paese e che, ogni giorno, presenta evoluzioni preoccupanti. In questo contesto il settore edilizio nel quale operiamo lamenta una pesante recessione e soprattutto, come quasi tutti gli ambiti produttivi, un'evidente difficoltà ad immaginare il proprio futuro. Agli Stati generali delle Costruzioni, ai quali il CNAPPC ha formalizzato la propria adesione quale prima categoria professionale, è stato esplicitato con chiarezza che le aziende del settore, in particolare quelle attive in Italia, per i prossimi due anni sono in grado di puntare esclusivamente alla sopravvivenza.
In mancanza di chiare e condivise politiche per lo sviluppo del paese il comparto delle costruzioni è tra i più colpiti dalla recessione e, anche a causa di politiche sbagliate che non hanno adeguatamente privilegiato la qualità progettuale e costruttiva, rischia una lunga e dolorosa crisi che inevitabilmente coinvolgerebbe i professionisti.
Le stesse incertezze dell'Esecutivo sulle reali possibilità di portare a termine, dopo oltre vent'anni, la troppo agognata riforma delle professioni, specificamente richiamata dal Decreto Sviluppo, rendono ulteriormente incerto il nostro futuro. Non si capisce se il Governo avrà la forza di fare la riforma e con quali strumenti legislativi, rischiando purtroppo di vanificare i contenuti innovativi che la manovra finanziaria propone.
Una serie di elementi interessanti, pur in un quadro assolutamente confuso, sono stati posti, ad esempio l'obbligatorietà di stipulare contratti da riferire comunque alla tariffa professionale.
Queste circostanze - come la significativa modificazione dell'atteggiamento di Confindustria e delle realtà produttive nazionali, che hanno smesso di chiedere l'abolizione dell'esame di stato ed altre indiscriminate ed illogiche liberalizzazioni nel settore delle professioni - permettono di sperare che, in un contesto comunque drammatico, sia possibile trovare le risorse per rinnovare il nostro modo di intendere la professione ed aggiornare in tal senso le nostre strutture.
Quello che è certo è che quando terminerà la crisi ci troveremo di fronte ad un mondo, economico, sociale e produttivo, assolutamente diverso da quello sinora conosciuto. Sta a noi, come sistema ordinistico e come singoli professionisti, attrezzarci per governare il cambiamento e, se possibile, indirizzarlo verso una consapevole autoriforma che valorizzi il nostro ruolo e le nostre capacità professionali.
Noi ci stiamo lavorando alacremente con il contributo di tutti gli Ordini italiani e dei colleghi, speriamo nei prossimi numeri di Focus di poter raccontare una situazione diversa e migliore.

* "È la fine del mondo che conosciamo (e io sto bene)". Titolo della canzone dei R.E.M. da "Document»",1987.
 
 
 
 
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