«La riforma degli ordini professionali ci preoccupa», così
il vicepresidente dell'Ordine degli architetti di Bolzano, Carlo Azzolini,
nell'assemblea plenaria alla quale hanno partecipato diversi relatori.
«Ciò che temiamo - ha spiegato Azzolini - è che questa riforma mini il rapporto
tra ordini e governo: la libera professione prima era nei meccanismi dei
rapporti tra governo e imprese, era il terzo elemento che faceva da garante per
i cittadini, mentre ora questa situazione rischia di venire a mancare. Il
prezzo più basso non è la soluzione giusta, soprattutto in vista del futuro».
Un commento sulla liberalizzazione delle tariffe: «Questo provvedimento non ci
tocca particolarmente - ha spiegato - perché per noi è così già dal 2008, nel
quadro generale non ci sarà un cambiamento reale».
La riforma Monti fa discutere e l'assemblea plenaria di ieri è stata anche
l'occasione per parlare delle criticità: vi hanno partecipato anche Lutz Heese,
presidente dell'Ordine degli architetti bavarese, Eric Budiner, anche lui
membro dell'Ordine bavarese, Dorothea Aichner, presidente dell'Ordine della
provincia di Bolzano, Salvatore La Mendola, vicepresidente del consiglio
nazionale degli architetti, e Antonio Giacalone, avvocato. «Viviamo una
stagione di riforme - ha detto Giacalone - fortemente caratterizzata dal rapido
susseguirsi di provvedimenti legislativi che creano una serie difficoltà agli
operatori del settore e, soprattutto, non consentono una visione d'insieme e
l'individuazione della rotta che si intende seguire. Il quadro complessivo non
è certamente incoraggiante anche per quanto attiene le professioni tecniche, in
generale, ed i servizi di architettura ed ingegneria, in particolare. Molte
rimangono infatti le questioni aperte, a partire dalle condizioni e dalle
soglie per affidare tali servizi direttamente».
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