Conservare, preservare e riciclare aiuta anche il rilancio dell'economia

La situazione, molto spesso drammatica, nella quale versa una grande parte del territorio italiano, inteso nella sua accezione più ampia, unitamente alla crisi strutturale che sta attraversando il modello socio-economico nel quale viviamo, impone riflessioni e conseguenti decisioni che devono essere profonde e ragionate, ma, al tempo stesso, necessitano di chiarezza di intenti e rapidità di intervento.
Sono trascorsi oramai più di vent'anni da quando Michel Serres, nel suo saggio «Il contratto naturale», introduceva il concetto di natura quale soggetto di diritto, suggerendo come la terra non dovesse essere considerata uno spazio da colonizzare in preda a una volontà di continua espansione, segno del dominio dell'uomo, ma, al contrario, dovesse essere messa in atto una alleanza mirata a una più saggia e consapevole convivenza tra gli abitanti del pianeta e l'ambiente.
E quando Serres scriveva del diritto della terra a sopravvivere alla dominazione dell'uomo, erano, a sua volta, trascorsi vent'anni dalla nascita del concetto che introduceva possibili limiti allo sviluppo che, con il documento Our Common Future, una decina di anni dopo, nel 1987, divenne auspicabilmente sostenibile.
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