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Professionisti, Pos (quasi) obbligatorio

 
Testata:
Corriere della Sera
 
Data:
23-06-2014
 
Autore:
Isidoro Trovato
 
 

Dal 30 giugno se andate a pagare l'onorario di un professionista ricordatevi di portare il libretto d'assegni, il bancomat o la carta di credito. Questo vale, naturalmente per le cifre superiori ai mille euro, la soglia massima indicata nella legge antiriciclaggio. Ma andiamo con ordine. Nel decreto legge 179 del 2012 è contenuta una norma (all'articolo 15) che chiede che il pagamento degli onorari dei professionisti sia tracciabile, quindi con assegno, bonifico bancario o moneta elettronica. La ratio che sta alle spalle di questa norma è evidente: si cerca di rendere il più possibile tracciabile, a fini fiscali, i pagamenti verso i liberi professionisti.
La disposizione è stata subito tradotta come l'entrata in vigore dell'obbligatorietà del Pos negli studi professionali. Ma il Pos, quella macchinetta che permette il pagamento tramite bancomat e carta di credito, ha un costo (che si abbatte solo quando le operazioni abbiano raggiunto importanti flussi di denaro) e questo ha scatenato immediate e vibranti proteste da parte di tutto il mondo professionale che ha interpretato la mossa come un ennesimo balzello, un costo per i professionisti nel momento di crisi più profonda mai vissuta nel dopoguerra.
«Sarebbe stato un ulteriore regalo alle banche -ricorda Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti - oltre che un' inutile vessazione che avrebbe costretto i professionisti a sostenere i costi di attivazione, installazione e di utilizzo. Senza tener conto, inoltre, che vi è la possibilità di ricorrere - per la tracciabilità del pagamento - ad altri strumenti come il bonifico bancario, le carte di debito o di credito virtuali che, invece, non implicano nuovi oneri per il professionista».
(...)

 
 
 
 

 

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