Una battaglia è stata vinta. E nello Sblocca Italia (il dl 133/2014 ora atteso al voto finale dell'aula di Montecitorio, dopo la fiducia incassata dal governo) è rientrata la norma fortemente voluta dal Consiglio nazionale degli architetti sulla previsione di uno schema nazionale di regolamento edilizio unico.
"Finalmente una riforma di semplificazione di tipo strutturale - commenta il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc), Leopoldo Freyrie, intervistato da Il Ghirlandaio - che va a vantaggio di tutti i cittadini e del mondo dell'edilizia.Dopo l'approvazione definitiva, il nostro Paese avrà norme chiare e prestazionali, condivise su tutto il territorio nazionale, che favoriranno la qualità dell'abitare". Ma non basta. "Si poteva e si deve fare di più", afferma Freyrie.
Inizialmente proposta dal Consiglio nazionale degli architetti, la norma era rimasta nelle bozze del provvedimento urgente in agosto ma poi era stata eliminata nel testo finale per le osservazioni del Quirinale. La nuova versione supera quelle obiezioni e anche lo "spezzatino" di norme tecniche e definizioni dei vari comuni italiani. Ciò che il presidente Freyrie non esita a definire "una vera e propria follia normativa che aveva partorito ben oltre 8mila regolamenti diversi, uno per Comune, generando solo confusione e complicando enormemente non solo la costruzione, ma soprattutto la rigenerazione degli edifici".
La disposizione approvata prevede che prima il Governo, le regioni e le autonomie locali dovranno concludere accordi in Conferenza unificata o intese per l'adozione di uno schema di regolamento edilizio-tipo, per semplificare e uniformare le norme e gli adempimenti. Il regolamento dovrà anche indicare i requisiti prestazionali degli edifici in termini di risparmio energetico e sicurezza (peraltro già fissati da norme europee e nazionali). Gli accordi costituiranno poi "livello essenziale delle prestazioni" da garantire su tutto il territorio nazionale. Tutti i comuni dovranno poi a dottare il regolamento nei termini fissati dagli accordi.
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