salta ai contenuti
 
CNAPPC
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Norme tecniche, resta l'impasse. Il Consiglio superiore non decide

 
Testata:
Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
 
Data:
01-11-2014
 
Autore:
Giuseppe Latour
 
 

Ancora un rinvio, l'ennesimo. E ancora discussioni, sempre sugli stessi punti. Le ultime vicende legate al parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici sull'aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni sembrano aver portato questa storia infinita al punto di non ritorno. Ufficialmente, il massimo organo consultivo del ministero delle Infrastrutture, dopo il passaggio a vuoto del 24 ottobre scorso, ha riaggiornato la seduta al 14 novembre, nella speranza di chiudere con l'attesissimo voto finale. La realtà, dietro questo successo in arrivo, è però carica di ombre. Anche in caso di approvazione, sarà sancita l'incapacità del Consiglio di raggiungere una sintesi condivisa sui due punti più spinosi: i materiali e gli edifici esistenti. Così, la battaglia verrà di fatto sospesa solo per pochi giorni, per ripartire davanti ai soggetti incaricati di emettere il Dm che dovrà licenziare le nuove Ntc: ministero dell'Interno, Infrastrutture e Protezione civile. Dopo anni di discussioni, si continuerà ancora per mesi a lavorare su due testi, uno più conservatore e l'altro più innovatore.
(...)
COSA ACCADRÀ

Discutendo con i protagonisti dell'assemblea, risulta evidente che non andiamo verso una composizione delle divergenze. Anzi. Parla Domenico Perrini, presidente dell'ordine degli ingegneri di Bari e delegato del Cni al Consiglio superiore: «Noi continuiamo ad auspicare che ci sia un alleggerimento degli interventi necessari sui fabbricati esistenti, con le regole attuali è impossibile intervenire. E speriamo che ci sia un miglioramento delle norme per la certificazione dei nuovi materiali». Tra le altre cose, materiali come le fibre e il vetro strutturale saranno quasi certamente esclusi dalle norme italiane. Queste richieste, però, non sembrano destinate a entrare nella norma finale. Salvo miracoli.

«Non accadrà perché, alla fine, non c'è stato tutto il dibattito che si vuole far credere», spiega il vicepresidente del Consiglio nazionale dei geologi Vittorio D'Oriano. «I testi non hanno mai incontrato le nostre richieste, perché sono figli di un sistema che non considera coloro che devono applicare queste norme nella pratica. Ad esempio, sviliscono il ruolo della geologia in fase di progettazione dell'edificio». Allora, i professionisti stanno lavorando a una posizione comune, che si tradurrà in un voto congiunto, contrario all'ipotesi conservatrice. «Abbiamo sempre ragionato in modo concorde e continueremo a farlo - dice Rino La Mendola, vicepresidente del Cna -. Lavoreremo con tutte le nostre forze per uscire con una opzione condivisa che vada nella direzione del testo più innovatore». E se non ci riusciste? «Lotteremo, ancora una volta, con tutte le nostre forze davanti ai ministeri per ottenere i cambiamenti che vogliamo».
(...)

 
 
 
 
Area Riservata
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
torna ai contenuti torna all'inizio