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Trieste, paesaggi popolari in una città di confine.

 
Non sono mai stato a Trieste, mai prima di quest'inverno. Mi ci ha portato la curiosità per un quartiere popolare di dimensioni veramente speciali. Un castello, un fortino, una roccaforte arrampicata sulle montagne retrostanti la città. Una vera e propria città nella città, anzi una città parallela all'altra città, che vive di vita propria e che, almeno all'apparenza, sembra poter vivere senza il minimo rapporto con ciò che la circonda.

In realtà oltre a questo fortino mi sono trovato di fronte a situazioni altrettanto curiose. Altre parti di territorio, forse meno conosciute del quartiere Rozzol Melara, comunque presentano caratteri per certi versi simili, alimentano emozioni che sono tutt'altro che positive, uno strano senso di timore mi ha attraversato e la tristezza si è mischiata ai miei pensieri, mentre camminavo cercando di perdermi nella città.

In questo viaggio ho visto quartieri di abitazioni letteralmente attraversati, anzi sormontati, da infrastrutture di livello ben superiore a quello che potevano sembrare le necessità del quartiere, parti di città dimenticate nelle quali i progetti si ammucchiano producendo chissà quali virtuosi esiti.
Quello che mi sono trovato dinanzi è una città a due velocità, come molte al giorno d'oggi, la città degli affari, del centro turistico, delle banche e un'altra città dove si fatica a vedere qualcuno per la strada, dove ogni volto che si scorge potrebbe essere sospetto, dove non c'è qualcosa in grado di attrarre, di far vivere queste parti di città. Questa è la città che ho voluto ritrarre.

 
 
 
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