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  Lo stato dell'«unione»  

Lo stato dell'«unione»

 

in: Lo Stato dell'«Unione»

Testata:
l'Architetto
 
Data:
Giugno 2000 - n.147/00
 
Autore:
Raffaele Sirica
 
 
Antonio D'Amato, neo Presidente della Confindustria, al suo esordio, a proposito dell'Unione Europea, ha affermato: «Abbiamo necessità di essere presenti, con una azione di lobbying forte e trasparente, sulla Commissione, sul Parlamento e sulle Direzioni Generali, in Europa e negli organismi internazionali. È importante discutere a livello nazionale come recepire le direttive, ma è indispensabile essere presenti a Bruxelles fin dal momento in cui queste si fanno. D'altra parte, il livello regionale sta assumendo un ruolo sempre più determinante nella definizione delle politiche territoriali, industriali ed anche fiscali. Ma per fare lobby a Bruxelles, a Roma, nelle Regioni, abbiamo la necessità di ridisegnare il sistema associativo e il modo in cui interagiscono le strutture territoriali regionali, le categorie, le federazioni di settore e Confindustria.» Dunque, anche Confindustria si propone una nuova strategia, vicina a quella che gli architetti italiani si erano già data da qualche tempo. Se questa nuova impostazione verrà concretamente realizzata, solo vantaggi potranno derivarne al Paese. L'innalzamento della competizione sulla qualità naturalmente rafforza la linea che gli architetti italiani hanno finora seguito.
L'UNIONE EUROPEA
La relazione di Leopoldo Freyrie ci fa comprendere quanto impegno strategico è stato profuso nel Dipartimento esteri e quanto sia apprezzato in Europa il ruolo degli Ordini italiani. Si tratta di un apprezzamento che riguarda la nostra politica professionale: non solo discussioni brillanti sui massimi sistemi, ma, soprattutto, azioni in grado di incidere nei processi legislativi e giuridici della politica europea. Questa è la novità, a partire dall'azione condotta nella vicenda del decreto Karrer. Poi, negli interventi sulla remunerazione delle prestazioni professionali e sulle nozioni di impresa e di associazione di imprese, presso la Corte di Giustizia Europea. Ed ancora, per sostenere presso la Commissione Europea, con due memorie distinte, le ragioni della nuova legge italiana sui LL.PP., per quanto riguarda le tariffe minime e la limitazione di competenza per le società di ingegneria.
Le ultime due questioni, in particolare, tuttora in corso, hanno come referente il presidente del settore concorrenza della Commissione Europea, Mario Monti. Era stato proprio Mario Monti che, a proposito del decreto Karrer, in una cortese lettera del febbraio 1999, indirizzata al presidente del Dipartimento dei LL.PP. del CNA, Massimo Gallione, aveva affermato: «Gentile Architetto,...allo scopo di approfondire detti aspetti, una riunione bilaterale con le autorità italiane sarà organizzata quanto prima. In occasione di tale riunione, la Commissione non mancherà di tener conto, nella più larga misura, delle proposte formulate dal suo Consiglio Nazionale, ...».
 
 
 
 

 

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