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La Scala bis: una storia esemplare

 

in: Architettura e citta' del nuovo millennio

Testata:
l'Architetto
 
Data:
Luglio/Agosto 2001 - n.158/01
 
Autore:
Leopoldo Emilio Freyrie
 
 
Il 12 Luglio 2001, la Corte di Giustizia Europea, con sentenza inappellabile, ha accolto totalmente le ragioni del ricorso dell'Ordine degli Architetti di Milano e del Consiglio Nazionale degli Architetti in merito all'annosa vicenda dell'auditorium della Bicocca a Milano, denominato prima "Scala bis" e poi "Teatro degli Arcimboldi".

La vicenda, lunga e complessa, è da considerarsi esemplare sotto diversi e importanti punti di vista:

- sul merito della vicenda, poiché ribadisce l'obbligatorietà degli strumenti concorsuali nell'assegnazione degli incarichi di progettazione e costruzione di opere pubbliche sopra le soglie comunitarie;

- sul ruolo degli Ordini e del Consiglio nazionale, che ancora una volta hanno avuto il coraggio e la coerenza di andare fino in fondo, per stabilire principi di civiltà e garanzia della qualità delle opere pubbliche;

- sull'atteggiamento di alcune Amministrazioni comunali e Governi del Paese che perseguono politiche di corto respiro, preferendo percorrere scorciatoie giuridiche che si rivelano poi dannose sia in termini di efficienza che di qualità del risultato.

La vicenda ha inizio nel 1996 a Milano, durante l'Amministrazione del Sindaco Formentini, quando il Comune decide che un grande gruppo economico finanziario possa realizzare su un terreno pubblico, a scomputo delle opere di riconversione di una grande area industriale, un grande Teatro lirico, allora denominato la Scala bis, in conformità a un progetto di massima già realizzato su incarico del privato medesimo.
 
 
 
 
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