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L'Europa e la professione di domani

 

in: L'arca della nuova architettura

Testata:
l'Architetto
 
Data:
Febbraio-Marzo 2004 - n.172/04
 
Autore:
Leopoldo Emilio Freyrie
 
 
Questi atti e proposte confermano la necessità che si apra un dibattito profondo sul futuro del mestiere, perché gli architetti raggiungano una posizione chiara e condivisa sul rapporto della nostra professione con il mercato.

Il Consiglio Nazionale e gli Ordini, in questi ultimi anni, hanno promosso una politica efficace e coerente, sempre basata sull'idea che i principi della qualità dell'architettura sono prioritari rispetto a valutazioni di mera economia: abbiamo promosso i Concorsi di architettura, ottenuto la nuova tariffa dei LL.PP, sostenuto le politiche per la qualità del progetto architettonico, in Europa ed in Italia.

Ora ci stiamo avviando verso un biennio fondamentale per il nostro futuro, un biennio nel quale dobbiamo dimostrare ai nostri iscritti la nostra capacità di affrontare in modo sintetico un insieme di riforme a livello nazionale ed europeo, non più procrastinabili, cercando di mantenere una visione strategica ampia per disegnare un progetto unitario, utilizzabile nei diversi ambiti politici e legislativi.

La politica della Commissione Europea che sta alla fonte di queste iniziative è fondata sull'accordo di Lisbona nel marzo 2000, quando i Governi Europei hanno lanciato una strategia per il cosiddetto mercato dei servizi, che vale il 70% del PIL europeo, con l'ambizioso obiettivo che l'Unione diventasse il leader mondiale della «knowledge economy», entro il 2010.
 
 
 
 
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