Nell'Italia dell'abusivismo e dei controlli solo formali gli architetti provano a cambiare registro e da Palermo rilanciano il sogno della «democrazia urbana». Un passaggio essenziale - per Raffaele Sirica - «per superare sia l'urbanistica del dopoguerra, dominata dai vincoli e tutta quantitativa, che ha prodotto anche il disastro dei condoni, sia l'attuale iperliberismo senza regole diffuso in alcune realtà, dove quasi tutto si affida ai privati, con possibili preoccupanti ricadute sulla collettività».
«Democrazia urbana» - ricorda Sirica - è il principio che ha guidato l'ex ministro francese della Cultura, Catherine Tasca per coniugare architettura e urbanistica, coinvolgendo le comunità e governando le trasformazioni.
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