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Sirica: Democrazia urbana, scelta di qualità

 

Un'occasione per fare il punto sulla situazione dell'architettura italiana in vista del congresso mondiale che si terrà quest'anno a Torino

Testata:
Il Denaro
 
Data:
30-01-2008
 
Autore:
Andrea Nastri
 
 
Domanda. Presidente, lei ha sottolineato spesso il gap che separa da tempo l'architettura italiana da quella di altri paesi. Tra i temi in discussione al congresso di Palermo c'è quello della "democrazia urbana per la qualità". Quali sono in concreto le strade da seguire per migliorare la qualità delle nostre città?
Risposta. A partire da novembre, si sono svolti i congressi provinciali e regionali che si concluderanno con il congresso nazionale di Palermo, nel febbraio 2008, che verterà sui temi "Conoscenza, competitività, innovazione, verso una democrazia urbana per la qualità". Oltre alle emergenze legislative legate alle scadenze del governo e del parlamento (la riforma delle professioni intellettuali, il Regolamento del Codice degli Appalti, le nuove norme sulla sicurezza nell'edilizia) che costituiranno la sostanza del confronto congressuale, si tratterà di attivare i temi strategici della qualità come motore di innovazione: protocolli prestazionali, formazione e aggiornamento professionale; tirocinio; tempi e costi della qualità, deontologia. Senza trascurare i temi della natura del rapporto tra architetto e il mercato (finanza di progetto, procedure negoziate pubblico-privato, rapporto tra progettisti e impresa, certezza della progettazione, facility management); del rapporto tra progetto, ambiente e fonti rinnovabili (risparmio energetico e urbanistica, con una nuova cultura della pianificazione; nuovi Regolamenti Edilizi multidisciplinari e dinamici). La prova principale di democrazia e competitività virtuosa sarà, ovviamente, il concorso di architettura, sul cui andamento negli anni 1997-2007 svilupperemo una ricognizione, per valutarne criticità e misure correttive per favorire la diffusione dello strumento concorsuale. Evidenzieremo, infine, i limiti e le opportunità dell'appalto integrato rispetto alla qualità dell'architettura
D. Riguardo alla riforma delle professioni intellettuali, voi avete osteggiato la proposta del governo, perchè?
R. Nell'ultimo testo del governo non era contenuta alcuna definizione di professione intellettuale, era assente la distinzione tra professione intellettuale ed impresa, gli ordini e le associazioni erano equiparati sulla base degli "interessi pubblici meritevoli di tutela", e ciò, di fatto, avrebbe determinato l'abolizione del valore legale titolo di studio. Ad esempio, l'architetto e il pubblicitario, per cui non è previsto alcun titolo di studio, venivano messi sullo stesso piano. Nessuna garanzia era inoltre prevista per le casse di previdenza, nulla per i giovani, e nulla sulle tariffe.
(...)

 
 
 
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