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Riforma avvelenata

 

Gli ordini già sul piede di guerra

Testata:
Italia Oggi
 
Data:
22-02-2008
 
Autore:
Ignazio Marino
 
 
Oggi come nel 2003 il riconoscimento delle associazioni si ripropone come il pomo della discordia. Cinque anni fa sullo stesso argomento la bozza dell'allora sottosegretario alla giustizia Michele Vietti, ampiamente condivisa, fu bloccata proprio da una parte delle associazioni. Oggi, all'alba della campagna elettorale per le consultazioni di metà aprile, il dibattito intorno al «Bollino blu» non è meno avvelenato. Così, a poche ore dalla pubblicazione su ItaliaOggi dei due manifesti elettorali disponibili sulla riforma delle professioni, quello di Pierluigi Mantini (Professionisti Democratici) e quello di Maria Grazia Siliquini (Alleanza Nazionale), alcuni ordini hanno preso la palla al balzo e commentato i due programmi. A scattare in avanti sono state le idee della Siliquini. Vantaggio, però, subito annullato per un'indescrezione trapelata ieri dalle pagine del quotidiano Libero. Che ha pubblicato una prima versione del programma del Popolo delle Libertà. Programma che all'ottavo punto prevede «l'abolizione del valore legale del titolo di studio». Una notizia che ha fatto saltare sulla sedia il presidente del Cup (ordini), Raffaele Sirica. «Abolire il valore legale del titolo di studio, non significa liberalizzare il settore ma eliminare ogni controllo sulla qualità degli studi», avverte Sirica preoccupato, «per le ricadute negative che tale proposta, ove introdotta nel programma del Pdl, avrebbe sui professionisti italiani e sugli studenti che oggi frequentano le università». Dagli uffici della Siliquini subito la precisazione che «non è stata certo An a sollecitare questa posizione, che comunque dovrà essere confermata nel programma definitivo». La conferma o meno di questa «priorità» avrà inevitabilmente serie ripercussioni sulle preferenze. E proprio sugli obiettivi prioritari che la riforma dovrà avere chiedono una presa di posizione chiara i commercialisti. Perché, dice il presidente del Cnedec Claudio Siciliotti, il riconoscimento delle associazioni non può essere una priorità del paese. A meno che, attraverso questo via, non si voglia arrivare a un condono su tirocini ed esami di stato. Sugli stessi argomenti, Pietro De Paola (Geologi) apprezza il rigore della bozza Siliquini, anche perché i principi di An sono in linea con quelli del ddl di iniziativa popolare del Cup. Non sono stati, però, solo i rappresentanti delle categorie a partecipare ieri al dibattito intorno ai due manifesti. Roberto Lenzi scrive sul forum (www.italiaoggi.it) che l'ammodernamento delle professioni forensi dovrebbe partire dalla rivalorizzazione dell'etica e della deontologia e non dalla liberalizzazioni dei due principi. Mentre per Fiorenza Macculi, sulla questione nuove professioni, i principi di An «non si capisce dove vogliono andare a parare».

L'opinione: Un punto per Alleanza Nazionale di Pietro Antonio De Paola

 
 
 
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