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Prospettive Multiple

 
Partendo da una idea di parecchi anni fa e grazie agli stimoli e alle opportunità scoperte a Glasgow nel 1999 quando fu la Città dell'Architettura e del Design, Beppe Bolchi ha sviluppato un proprio percorso di documentazione visiva che ribalta i concetti di riproduzione delle opere architettoniche.

Questo approccio consiste nello scomporre il soggetto architettonico in tante piccole parti per poi ricomporle in un nuovo insieme.   Le singole immagini sono quindi corrispondenti alle "occhiate" che normalmente utilizziamo per guardare un soggetto troppo grande per il nostro campo visivo e la nuova ricomposizione non segue necessariamente la logica con cui il nostro cervello (e la nostra esperienza) le compone normalmente, offrendo perciò una visione, che e' reale nelle singole componenti, ma che ci offre nuove prospettive e comunque un diverso quadro d'assieme. Vengono quindi proposti nuovi spunti di analisi e la possibilità di guardare un soggetto sotto angolazioni, luci e tempi diversi.

Il richiamo alle teorie cubiste risulta abbastanza evidente quando le diverse prospettive vengono proposte contemporaneamente e la realtà, che pur sempre rimane realtà nella singola immagine, viene rappresentata come se l'insieme fosse una distorsione. La distanza dal soggetto e quindi il rapporto di riproduzione può cambiare in base al punto di vista con cui l'Autore vuole o può rappresentare il soggetto stesso, dal campo lungo alla distanza ravvicinata, che possono essere persino alternate e mescolate nell'ambito della stessa composizione per offrire una lettura in linea con gli intenti.

Nelle foto di Architettura, la ripresa dal "sotto" propone una visione completamente diversa dall'iconografia classica. Tramite l'uso di fotocamere a corpi mobili questo tipo di riprese ci hanno abituato a vedere case, palazzi e chiese come in realtà non abbiamo mai visto e quasi mai vedremo; è vero che il nostro cervello raddrizza le linee prospettiche per cui immaginiamo che le pareti di un palazzo siano verticali (ed in effetti lo sono quasi sempre) ma i nostri occhi le vedono inclinate e convergenti così come ognuno può verificare fotografandole con una normale fotocamera o traguardandole attraverso un retino.

Non a caso gli studenti devono esercitarsi al disegno prospettico seguendo la regola che le linee verticali devono essere rappresentate perpendicolari alla base e solo le linee prospettiche di fuga devono convergere, con un punto di vista quasi sempre al centro. In realtà, nella maggior parte dei casi dobbiamo osservare dal basso, e spesso da vicino, per cui non possiamo abbracciare con un unico sguardo l'insieme, ma sommiamo le diverse occhiate per ricomporlo, soffermandoci sui particolari, girando intorno, cercando la posizione migliore e la luce più favorevole per apprezzare e capire meglio l'opera architettonica, sia nel complesso che nei dettagli. Questo è ciò che l'Autore ha voluto definire come "Prospettive Multiple", inusuale ma assolutamente naturale modo di guardare.

Il più delle volte l'immagine complessiva che ci facciamo non è quella derivata dall'esperienza diretta, proprio per l'impossibilita' di osservare da un punto di vista ottimale il soggetto, per cui ci rifacciamo alle immagini che ci sono state proposte attraverso disegni e fotografie per ricomporre i pezzi del mosaico che solo singolarmente possiamo vedere e apprezzare. Provate ad analizzare ogni singola prospettiva verticale; vi apparirà non solo naturale, ma vi sembrerà strano non averci pensato prima. L'insieme, anche quello, vi apparirà strano, ma può la somma di prospettive naturali e corrette produrre un risultato innaturale e non corretto?

A ognuno la valutazione finale, ma certamente vale la pena di provare e di verificare che le immagini proposte meritino più di una occhiata e diano la soddisfazione di avere aggiunto qualcosa alla propria esperienza visiva e magari considerare che, anche in questo caso, l'assoluto non è proprio così assoluto perché dobbiamo sempre aspettarci una diversa interpretazione, un diverso punto di vista e soltanto considerando tutte le angolazioni e tutte le sfaccettature possiamo appieno apprezzare le cose e capirle.
 
 
 
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