Sono giovani architetti, designer, grafici. Ma anche stilisti, registi, fotografi, artisti. In una parola, creativi. Spesso hanno alle spalle percorsi formativi tradizionali, ma sollecitati dall'evoluzione della tecnologia e dalle richieste del mercato, hanno sviluppato competenze diverse e aggiuntive. Tanto che sfuggono all'inquadramento nelle attività professionali tradizionali e stentano a far riferimento agli organismi istituzionali di rappresentanza.
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I vertici delle categorie: Aggregazioni positive. Parlano architetti e designer
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Per il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, Raffaele Sirica, è soprattutto una questione di numeri: «In Italia gli studi di architettura hanno una media di 1,4 addetti - lamenta -. Sono micro-realtà, poco competitive. In questo contesto ogni forma di aggregazione è positiva. Certo, l'universo creativo è fatto solo in parte di architetti».