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Architettura e Comunicazione: parla Gae Aulenti

 
Questa intervista è stata pubblicata sul Focus di Ottobre 2007
 
 

Come è mutata la comunicazione dell'architettura in funzione di internet e dei media che caratterizzano la società globale? E quale futuro vede per i mezzi di comunicazione tradizionali e, in particolare, per quelli riferiti all'architettura (libri, riviste ecc.)?

Internet consente di ottenere, molto rapidamente, una grande mole di informazioni che sono, però, prevalentemente di rapida lettura e scientifiche per definizione. Mentre i libri, le riviste possono vantare un valore aggiunto perchè al loro interno vi si rivela il pensiero.
 
 

Le tecnologie oggi disponibili favoriscono i processi creativi oppure, al contrario, li limitano?

Credo che sostanzialmente non li favoriscano né li limitino perché le tecnologie sono un servizio utile. Ma il progetto ha un'altra dimensione, è una "cosa di testa".
 
 

Oggi si può ancora parlare di funzione sociale dell'architettura?

Questa è proprio una definizione insita nella disciplina. Quindi direi di sì, l'architettura ha una funzione sociale.
 
 

L'architettura italiana contemporanea che preferisce.

Ho voglia di dare una risposta tendenziosa: direi è quella che si sta pensando, realizzando, creando.
 
 

L'architettura internazionale contemporanea che preferisce.

L'architettura internazionale contemporanea che preferisce.
 
 

L'edificio storico che più ama o al quale è più legata.

Le Piramidi.
 
 

La città o il luogo al mondo che ama di più.

Io sono fondamentalmente una nomade e quindi rispondo che amo tutte le città del mondo.
 
 

L'oggetto di design al quale è più affezionata.

La mia lampada da tavolo "Pipistrello" che ho progettato nel 1963.
 
 

Un luogo o un edificio che immagina o sogna.

È il progetto che sto sviluppando.
 
 

Un luogo o un edificio che vorrebbe cancellare.

Uhm...
 
 

Un libro da ricordare.

L'ultimo libro di Vittorio Gregotti. Anche perché io e Gregotti abbiamo seguito un percorso parallelo e gli sono affezionata.
 
 

Un film da ricordare.

Shining di Stanley Kubrick.
 
 
 
 
 
 
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