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Ettore Sottssass

 
 
 

Le ultime riflessioni di un maestro

Dall'inizio delle pubblicazioni Focus propone ogni mese un'intervista a un architetto di grande peso disciplinare e culturale. Abbiamo scelto di porre a tutti le stesse domande, quasi a formare un catalogo di risposte, in qualche modo confrontabili. Lo scorso novembre abbiamo rivolto le nostre consuete domande a uno dei grandi della progettazione italiana e internazionale,  Ettore Sottsass. E lui, come gli era usuale, ci ha decisamente spiazzato dando risposte, certamente anticonformiste, che "scartavano" vistosamente dal percorso tracciato da Focus. Questo risultato ci ha stimolato a cercare una collocazione diversa per il suo contributo. La recente scomparsa di Sottsass ci spinge a pubblicare subito queste sue rapide e taglienti risposte, perché  dalla loro lettura emerge la forza del suo pensiero: mai banale, rigoroso, a volte apparentemente distaccato e quasi scostante, ma attento invece a evidenziare l'intima essenza dei grandi processi culturali. Ci fa piacere ricordare un maestro attraverso le risposte di quella che è stata una delle sue ultime interviste.
"Secondo me, mai nessuna tecnologia nuova ha cambiato il 'processo creativo della produzione architettonica o artistica' (in risposta alla domanda sul ruolo della tecnologia digitale ndr). Il cemento armato è stato inventato e usato molto tempo prima dell'apparizione di Le Corbusier o di Mies o di Gropius: sono loro che hanno regalato l'idea dell'architettura contemporanea mentre molti cosiddetti architetti anche con il  cemento armato continuavano a progettare palazzi antichi. Mi dispiace, ma mi riesce difficile se non impossibile rispondere alle domande (che riguardano la comunicazione dell'architettura anche in relazione a internet, ndr), prevedono più o meno la ossessionata presenza di una cultura delle tecnologie digitali, cultura che io non conosco neanche un po' e che non mi appartiene.
Sono un uomo di novanta anni. Quando ero studente e appena laureato mi hanno mandato in guerra. A quei tempi il problema di un giovane intellettuale architetto era il suo rapporto con la cultura del 'funzionalismo', cultura alla cui speranza globale mi permettevo di obiettare.
Non sono mai stato incantato da proposte razionali o razionaleggianti, tanto meno mi sono lasciato incantare quando le proposte per la soluzione del mondo intero, dell'umanità intera hanno qualche origine militare".
Seguivano poi le domande sulle preferenze riguardo a specifiche architetture contemporanee e del passatoe a libri, film, musiche e luoghi. Ecco la risposta.
"Altre difficoltà trovo a rispondere alle ultime domande. Non ho dell'esistenza un catalogo di varie ceramiche: non so e non ho mai pensato se il Partenone è meglio o peggio degli Uffizi, le piramidi di Egitto meglio o peggio delle piramidi di Gropius. Per me la storia dell'umanità scorre lentamente, piena di uomini e donne brave e sorprendenti e anche di tribù e popoli che hanno lasciato qualche fragile traccia della loro poetica esistenza in cerca di una risposta (introvabile) alla presenza dell'Universo. Mi dispiace. Non so rispondere".
Ettore Sottsass è nato nel 1917 ed è morto lo scorso dicembre. Architetto, designer, ma anche urbanista, pittore e fotografo, ha sempre espresso la sua poliedrica personalità attraverso una precisa concretezza che non prescindeva mai, però, da una rilevante capacità di riflessione teorica. Autore di oggetti di design di fama mondiale, è stato animatore negli anni Ottanta del Gruppo Memphis.

 
Questa intervista è stata pubblicata sul Focus di Gennaio 2008
 

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