È una miscela di «maggiore libertà» e di indirizzi pubblici riformatori quella che il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi, ha proposto ieri per rilanciare in Italia l'architettura contemporanea. Già in questa priorità della politica ministeriale - così lontana dalla tradizionale politica - c'è un'esplicita volontà di innovazione rispetto al passato: rafforzare gli sforzi per promuovere l'arte e l'architettura contemporanea perché «sappiamo che il nostro compito è lasciare ai posteri di quanto abbiamo ricevuto in eredità».
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