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«Città brutte? Colpa dei politici». Lite tra architetti

 

I progettisti replicano alla proposta del ministro Bondi sulla qualità urbana. Con idee diverse.

Testata:
Corriere della Sera
 
Data:
02-07-2008
 
Autore:
Stefano Bucci
 
 
«Bondi dimentica che in Italia ci sono nove milioni di edifici abusivi e che la maggior parte di questi edifici, pensi ad esempio a Torre del Greco, non può contare su un architetto né tantomeno su un progetto»: Massimiliano Fuksas, a Torino per un'affollata lectio magistralis, appare sostanzialmente critico nei confronti del ministro per i Beni culturali che ieri aveva messo sotto accusa quei progettisti «politicizzati» che, ad esempio, hanno ammorbato i dintorni delle ville palladiane. Secondo Fuksas «si colpevolizza il soggetto più debole», l'architetto appunto. E chiarisce: «La città è frutto della collettività, la colpa non può essere mai di uno solo».
Il nemico che accomuna Bondi e gli architetti sembra così essere il funesto tandem «politica-architettura senza qualità». Ma le valutazioni e le vie d'uscita si dividono: «C'è stato un periodo, negli anni 70-80 - dice Leopoldo Freyrie, relatore generale del XXIII Congresso mondiale in corso fino a domani a Torino - in cui si faceva politica attraverso progetti davvero ideologizzati, quasi di propaganda, con effetti spesso funesti». Qualche esempio: certi piani regolatori che le giunte Pci hanno prodotto in Emilia-Romagna o il comune di Opera a sud di Milano. Sulla stessa linea di Freyrie, il presidente del Consiglio nazionale degli architetti Raffaele Sirica che, a proposito dei concorsi (altro punto forte della proposta di legge che Bondi presenterà in un prossimo consiglio dei ministri) precisa: «Il problema è che in Italia se ne fanno solo 10 all'anno, all'estero più di 1.000». (...)

 
 
 
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