Il lancio dell'Agenzia ANSA:
Fisco: architetti, studi settore inadatti per nostra attivita'
Gli
studi di settore "sono inadatti a classificare" l'attività di
architetto, "non sono rappresentativi e costringono il contribuente ad una
forzatura nella compilazione che compromette il risultato". E' quanto afferma
il segretario del Consiglio nazionale degli Architetti Luigi Mirizzi in una
lettera inviata all'Agenzia delle Entrate e alla Commissione degli Esperti per
gli studi di settore. Mirizzi - è scritto in una nota - lamenta anche che "da qualche anno
le riunioni che si svolgono per la revisione dello Studio di Settore degli
Architetti rivestono più carattere formale, tese cioé a citare la
collaborazione con la categoria professionale, piuttosto che sostanziale, tese
cioé ad ascoltare e a prendere atto delle osservazioni della categoria".
Mirizzi
spiega che da tempo "chiediamo invano l'aggiornamento del quadro relativo
alle aree specialistiche e alle tipologie delle attività, essendo oggi inadatte
a classificare l'attività svolta dagli architetti". Mirizzi in particolare
ricorda che le aggiudicazioni delle gare pubbliche per incarichi professionali
registrano ribassi "mediamente del 50%". Evidenzia inoltre che, in un
momento di crisi, gli architetti vengono remunerati con meccanismi di acconti dilazionati
nel tempo: "tutto ciò determina inevitabilmente la non congruità del
soggetto, anche se gli incassi dovessero rimanere inalterati o subire addirittura incrementi".
Quindi
- conclude il comnicato - "il Consiglio nazionale degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ritiene indispensabile un incontro
urgente con l'Agenzia delle Entrate, finalizzato ad affrontare questi problemi
esprimendo un "assoluto parere contrario" alla attuale formulazione
degli studi di settore per quanto riguarda gli studi di architettura".
Il lancio dell'Agenzia AGI:
Fisco:
architetti, studi di settore non rappresentativi
Dura
presa di posizione degli architetti italiani contro gli studi di settore. In
una lettera inviata all'Agenzia delle Entrate e alla Commissione degli Esperti
per gli Studi di settore, Luigi Mirizzi, segretario del Consiglio nazionale
degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori denuncia come
"da qualche anno le riunioni che si svolgono per la revisione dello studio
di settore degli architetti rivestono piu' carattere formale, tese cioe', a citare
la collaborazione con la categoria professionale, piuttosto che sostanziale,
tese cioe' ad ascoltare e a prendere atto delle osservazioni della
categoria".
"Da
tempo chiediamo invano - scrive ancora Mirizzi - l'aggiornamento del quadro
relativo alle aree specialistiche e alle tipologie dell'attivita', essendo oggi
inadatte a classificare l'attivita' svolta dagli architetti. Oggi lo studio di
settore non e' rappresentativo, costringe il contribuente ad una forzatura
nella compilazione e compromette il risultato di Gerico. Ormai e' provato che
le aggiudicazioni delle gare pubbliche per incarichi professionali nel settore dei
lavori pubblici sino a qualche mese fa avvenivano con un ribasso medio del 35%;
questo ribasso negli ultimi mesi si e' attestato mediamente sul 50%,
principalmente nelle regioni meridionali, ed il trend e' in aumento. Quindi e' indispensabile,
sino a quando non si aggiorneranno i minimi provinciali, inserire un forte
correttivo che abbassi direttamente i minimi provinciali per le singole
tipologie di prestazioni professionali".
"Sul
problema acconti - conclude Mirizzi - abbiamo gia' segnalato che a causa della
crisi economica e soprattutto finanziaria i professionisti vengono remunerati
per le loro prestazioni professionali con piu' acconti dilazionati nel tempo,
anziche' in un'unica soluzione: fenomeno, questo, molto piu' evidente e
frequente rispetto al passato. Tutto cio' determina inevitabilmente la non
congruita' del soggetto, anche se gli incassi dovessero rimanere inalterati o
subire addirittura incrementi. E' chiaro, quindi, che il problema non e' colto
dallo studio che riguarda gli studi di architettura (il VK 18U) in quanto nel
2007, anno base di costruzione dei minimi provinciali, il numero degli acconti
a parita' di compensi era nettamente inferiore rispetto ad oggi".
Il
Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori
ritiene "indispensabile" un incontro urgente con l'Agenzia delle
Entrate, finalizzato ad affrontare questi problemi ed esprime un "assoluto
parere contrario" alla attuale formulazione degli studi di settore per
quanto riguarda gli studi di architettura.