Ancora una nuova dura presa di posizione degli architetti italiani
contro gli studi di settore. Nonostante le sollecitazioni alla Agenzia delle
Entrate e alla Commissione degli Esperti per gli Studi di settore, le
osservazioni dei progettisti italiani sono rimaste, per l'ennesima volta,
disattese.
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e
Conservatori (CNAPPC) ha chiesto da tempo, e purtroppo invano, modifiche
strutturali al software, la modifica e l'aggiornamento dei quadri delle aree
specialistiche e delle tipologie dell'attività - che sono oggi inadatte a
classificare in modo realistico l'attività svolta dagli architetti - la
risoluzione delle problematiche legate agli acconti e al ritardato pagamento
delle parcelle, dei minimi provinciali e dell'intervallo di confidenza per i
quali si riconoscono delle criticità (leggi tutto).
(...)
"La mancata introduzione, ora, negli Studi di Settore, delle modifiche
richieste dagli architetti, - afferma - il consigliere delegato al tema,
architetto Luigi Mirizzi - conferma ancora una volta che al Governo sembra
sfuggire che la crisi in atto stia da tempo colpendo in modo rilevante gli
studi professionali, come segnalano tutti gli indicatori economici, e che siano
necessari segnali di attenzione nei confronti delle libere professioni che sono
a rischio di forte impoverimento".
Alla
luce di tutto ciò il CNAPPC ha espresso nella riunione della Commissione degli
Esperti - attraverso il consigliere Luigi Mirizzi - voto contrario
all'approvazione dello Studio di Settore VK18U, ritenendo che gli stessi siano
inadatti a classificare in modo adeguato e realistico la realtà
economica-contributiva dalla categoria professionale.