Mentre il giorno dopo il varo del decreto incentivi non si
placa la polemica tra maggioranza e opposizione, una categoria professionale,
quella degli architetti, esce
allo scoperto parlando delle misure di liberalizzazione dei lavori in casa come
di «un condono edilizio mascherato per opere già realizzate in assenza di
permesso». Secondo una nota del Consiglio nazionale degli architetti, vi è cioè il rischio che
con la semplice comunicazione al Comune (prevista dalla liberalizzazione) dei
lavori di manutenzione straordinaria si sanino opere già fatte senza aver
presentato la Dia (dichiarazione di inizio attività, accompagnata dalla
documentazione tecnica) che finora era necessaria. Tanto - è il ragionamento -
nessuno andrà a controllare se le opere indicate nella comunicazione sono già
state realizzate oppure no. Gli architetti
criticano poi il fatto stesso che si possa fare ameno della Dia e quindi del
via libera tecnico del professionista, perché questo «induce gravissime
conseguenze in relazione alla sicurezza, alla tutela del patrimonio edilizio,
alla rispondenza degli interventi realizzati alle normative di tipo edilizio,
paesistico e ambientale e alla possibilità da parte delle pubbliche
amministrazioni di controllare gli interventi sul patrimonio esistente». (...)