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Dove progetto e tecnologia sono fattore di crescita

 

Come è nata l'idea di Kilometro Rosso e con quale obiettivo?

Il Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso nasce dalla proposta del gruppo industriale Brembo, che per primo ha voluto concentrare in un luogo separato dai siti produttivi l'attività di ricerca e sperimentazione. In questo modo si favoriscono l'innovazione e l'approfondimento tecnologico perché materialmente lontani dalla pressione indotta dalle attività produttive che sono più attente ai problemi di processo che non alle ricerche strategiche. 
 
 

Quale valore aggiunto acquisiscono le aziende che fanno parte del Sistema Parco Kilometro Rosso?

Partendo dal presupposto che la ricerca ha bisogno di essere sgravata dai problemi quotidiani tipici dell'attività produttiva, Kilometro Rosso mette a disposizione delle aziende un ambiente organizzato con centri di ricerca, laboratori, attività di produzione hi-tech e servizi all'innovazione. Un sistema multidisciplinare, un campus che valorizza la diversità istituzionale e funzionale, che favorisce il dialogo tra cultura accademica, imprenditoriale e scientifica.
 
 

Kilometro Rosso è anche un ambito di importanti soluzioni architettoniche, vanta le firme di progettisti come Jean Nouvel, autore del masterplan, Richard Meier e lo storico studio californiano SOM (Skidmore, Owings & Merrill). Come è maturata la scelta sui progetti e sugli autori?

Il marchio Brembo è orientato alla qualità estetica, per questo l'azienda ha affidato il masterplan all'architetto francese Jean Nouvel che ha definito i parametri estetici e funzionali di tutta l'area di circa cinquanta ettari e ha progettato i nuovi laboratori e i centri di ricerca della Brembo.
Seguendo questo esempio tutte le altre attività che si sono insediate successivamente, dall'Istituto Mario Negri (istituto di ricerca farmacologica) all'Associazione dei Parchi Scientifici Tecnologici Italiani, hanno realizzato edifici di notevole qualità architettonica. L'Italcementi, per esempio, ha affidato il progetto dei suoi laboratori allo studio Richard Meier & Partners Architects che ha organizzato su una pianta modulare a "V" una superficie di circa 11.000 mq, di cui 7.500 adibiti a laboratori di ricerca.
 
 

Quali sono i vantaggi - a parte quelli di immagine - di questo contenitore ad alto tasso di innovazione architettonica?

Kilometro Rosso ha puntato fin dall'inizio sulla qualità e sull'originalità. Dopo la Brembo abbiamo definito accordi con Italcementi e in seguito con l'Istituto Mario Negri, così da differenziare le caratteristiche degli insediamenti.  Attraverso esperienze diverse si possono generare processi virtuosi di crescita delle imprese, che in questo modo attingono a informazioni e stimoli che provengono da altri settori per affrontare l'innovazione in termini più ampi.
All'interno del Parco c'è un presidio che stimola continuamente lo scambio attraverso momenti di formazione, conferenze ed eventi per offrire quel valore aggiunto che un'impresa trova in una sede di questo tipo, dove avviene una continua contaminazione di esperienze diverse.
All'inizio del mio incarico ho pensato che il progetto mi piaceva ma che il mio compito fosse occuparmi dei contenuti: come dire che l'importante è cosa sta dentro al contenitore, al di là della sua funzione. In realtà mi sono reso conto che la qualità del contenitore, che significa scelte architettoniche avanzate, innovative, di qualità, contribuisce in maniera fondamentale a qualificare il livello tecnologico dell'iniziativa. Un laboratorio di ricerca avanzata in un sottoscala non funziona. L'alta qualità architettonica prevede anche scelte impiantistiche e tecnologiche dello stesso livello, quindi edifici in classe A e soluzioni di risparmio energetico. In questo caso il design e la tecnologia si trainano a vicenda.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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