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  Sviluppo: architetti (Cna), allarme su responsabilità solidale progettisti  

Sviluppo: architetti (Cna), allarme su responsabilità solidale progettisti

 
Testata:
AGI
 
Data:
19-10-2011
 
 

Normativa sui lavori pubblici sempre piu' frammentaria, vessazione dei professionisti, creazione di uno smisurato contenzioso ed aumento dei costi per il settore delle progettazioni: sono queste, in sintesi, secondo il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori le conseguenze che provocherebbe l' accoglimento della proposta di revisione del codice dei contratti predisposta dal ministero delle Infrastrutture, nell' ambito della messa a punto del prossimo decreto sviluppo,che prevederebbe la "responsabilita' solidale" del progettista e del validatore nei confronti dell' impresa per carenze progettuali che dovessero emergere nella fase di esecuzione dell' opera. Gli architetti italiani lanciano l' allarme, chiedendo il ritiro della norma, che graverebbe pesantemente sui professionisti, elemento piu' debole dell' intera filiera dei lavori pubblici, rispetto alle Stazioni appaltanti, che sono difese dallo Stato, ed alle imprese, forti del loro potere economico. Per il Consiglio nazionale degli architetti, la norma, infatti, genererebbe certamente contenziosi su ogni progetto, dal momento che l' impresa - non potendo piu' esprimere riserve per il recupero di somme nei confronti della stazione appaltante, in base alle modifiche introdotte all'art.240 del Codice, potrebbe ricorrere facilmente ad una surrettizia ricerca di presunti errori progettuali allo scopo di recuperare il ribasso offerto in sede di gara. Ne deriverebbe la notevole esposizione dei soli progettisti ad una responsabilita' enorme, non essendovi limiti alle eventuali azioni di rivalsa delle imprese. In tale contesto, infatti, il danno vantato dalle stesse imprese potrebbe essere notevolmente superiore all' importo dei compensi dovuti al progettista per l' espletamento del servizio. Cio', peraltro, farebbe lievitare notevolmente i costi delle polizze assicurative nel settore dei servizi di ingegneria ed architettura e, in caso, di piu' "sinistri", potrebbe comportare, per il professionista, l 'espulsione dal mercato assicurativo.
Il Consiglio nazionale architetti, nell' esprimere la propria contrarieta' nei confronti di un modello culturale che individua nel libero professionista il piu' comodo capro espiatorio di tutte le problematiche connesse alla filiera degli appalti pubblici, chiede il ritiro della norma e l' istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero delle Infrastrutture per affrontare in modo corretto ed organico le modifiche al codice dei contratti, evitandone la frammentazione attraverso una serie di ripetute modifiche in leggi omnibus. 


Il lancio dell'Agenzia 9colonne:

Dl sviluppo: allarme architetti su responsabilita' solidale progettisti
Normativa sui lavori pubblici sempre più frammentaria, vessazione dei professionisti, creazione di uno smisurato contenzioso ed  aumento dei costi per il settore delle progettazioni: sono queste, in sintesi, secondo il Consiglio Nazionale degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, le conseguenze che provocherebbe l'accoglimento della proposta di revisione del Codice dei Contratti predisposta dal Ministero delle Infrastrutture, nell'ambito della messa a punto del prossimo Decreto Sviluppo,che prevederebbe la "responsabilità solidale" del progettista e del validatore nei confronti dell'impresa per carenze progettuali che dovessero emergere nella fase di esecuzione dell'opera. Gli architetti italiani lanciano l'allarme, chiedendo il ritiro della norma, che graverebbe pesantemente sui professionisti, elemento più debole dell'intera filiera dei lavori pubblici, rispetto alle Stazioni appaltanti, che sono difese dallo Stato, ed alle imprese, forti del loro potere economico. Per il Consiglio Nazionale degli Architetti, la norma,  infatti, genererebbe certamente  contenziosi su ogni progetto, dal momento che l'impresa - non potendo più esprimere riserve per il recupero di somme nei confronti della stazione appaltante, in base alle modifiche introdotte all'art.240 del  Codice, potrebbe  ricorrere facilmente  ad una surrettizia ricerca di presunti errori  progettuali allo scopo di recuperare il ribasso offerto in sede di gara. Ne deriverebbe la notevole esposizione dei soli progettisti ad una responsabilità  enorme, non essendovi limiti  alle eventuali azioni di rivalsa delle imprese. In tale contesto, infatti, il danno vantato dalle stesse imprese potrebbe essere notevolmente  superiore all'importo dei compensi dovuti  al progettista per l'espletamento del servizio.  Ciò, peraltro, farebbe lievitare notevolmente  i costi delle polizze assicurative  nel settore dei servizi di ingegneria ed architettura e, in caso, di più "sinistri", potrebbe comportare, per il professionista, l'espulsione dal mercato assicurativo.

Il lancio dell'Agenzia Adnkronos:

Sviluppo: architetti (Cna), allarme su responsabilita' solidale progettisti. Pericolo di aumento contenziosi se inserita norma in codice contratti
Normativa sui lavori pubblici sempre piu' frammentaria, vessazione dei professionisti, creazione di uno smisurato contenzioso ed aumento dei costi per il settore delle progettazioni. Sono queste, in sintesi, secondo il Consiglio Nazionale degli Architetti le conseguenze che provocherebbe l' accoglimento della proposta di revisione del Codice dei Contratti predisposta dal Ministero delle Infrastrutture, nell' ambito della messa a punto del prossimo Decreto Sviluppo, che prevederebbe la "responsabilita' solidale'' del progettista e del validatore nei confronti dell' impresa per carenze progettuali che dovessero emergere nella fase di esecuzione dell' opera. Gli architetti italiani lanciano l' allarme, chiedendo il ritiro della norma, che graverebbe pesantemente sui professionisti, elemento piu' debole dell' intera filiera dei lavori pubblici, rispetto alle Stazioni appaltanti, che sono difese dallo Stato, ed alle imprese, forti del loro potere economico. Per il Consiglio Nazionale degli Architetti, la norma, infatti, genererebbe certamente contenziosi su ogni progetto, dal momento che l' impresa, non potendo piu' esprimere riserve per il recupero di somme nei confronti della stazione appaltante, in base alle modifiche introdotte all' art.240 del Codice, potrebbe ricorrere facilmente ad una surrettizia ricerca di presunti errori progettuali allo scopo di recuperare il ribasso offerto in sede di gara.
"Ne deriverebbe la notevole esposizione dei soli progettisti ad una responsabilita' enorme, non essendovi limiti alle eventuali azioni di rivalsa delle imprese - continuano gli architetti - in tale contesto, infatti, il danno vantato dalle stesse imprese potrebbe essere notevolmente superiore all' importo dei compensi dovuti al progettista per l' espletamento del servizio. Cio', peraltro, farebbe lievitare notevolmente i costi delle polizze assicurative nel settore dei servizi di ingegneria ed architettura e, in caso, di piu' ' sinistri', potrebbe comportare, per il professionista, l' espulsione dal mercato assicurativo". Il Consiglio Nazionale Architetti, nell' esprimere la propria contrarieta' nei confronti di un modello culturale che individua nel libero professionista il piu' comodo capro espiatorio di tutte le problematiche connesse alla filiera degli appalti pubblici, chiede il ritiro della norma e l' istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero delle Infrastrutture per affrontare in modo corretto ed organico le modifiche al codice dei contratti, evitandone la frammentazione attraverso una serie di ripetute modifiche in leggi omnibus.

 
 
 
 

 

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