Roma, 25, novembre 2011. Il Consiglio Nazionale
degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori condivide ed
appoggia la diffida formulata dall'Ordine degli Architetti di Roma
relativamente al bando riguardante "l'incarico gratuito" di verifica della
progettazione esecutiva dei lavori di consolidamento statico del plesso
scolastico di via Pisa" pubblicato dal Comune di Manziana (Roma) associandosi
alla richiesta di immediato ritiro dello stesso bando.
L'iniziativa del Comune richiede, infatti, che liberi
professionisti, società ed associazioni tra professionisti concorrano
all'affidamento dell'incarico professionale che sarà attribuito ad una terna di
professionisti per la verifica di un progetto senza corrispondere alcun tipo di
compenso per le prestazioni svolte. Questa paradossale richiesta determina
inoltre che gli eventuali aggiudicatari dell'incarico svolgeranno la
prestazione in perdita poiché, per effettuare il lavoro, dovranno, oltre ad
impiegare il proprio tempo e le proprie competenze, sostenere i costi relativi
all'assicurazione civile indispensabile per lo svolgimento della prestazione e
per garantirsi da eventuali errori non individuati in fase di validazione del
progetto stesso.
Il Consiglio Nazionale sottolinea come
l'iniziativa del Comune di Manziana abbia paradossalmente il merito di
evidenziare in quali condizioni si trovano oggi ad operare i 150mila architetti
italiani che si confrontano con un mercato che, al di là di ogni demagogica
dichiarazione di principio sulle liberalizzazioni come strumento per assicurare
possibilità di lavoro ai più giovani, è ormai assolutamente impraticabile ed
insostenibile.
"Per Leopoldo Freyrie, presidente degli
architetti italiani, questa situazione "non riguarda soltanto la necessità di
remunerare adeguatamente ogni prestazione professionale, così come sancito
dalla Costituzione e dal Codice Civile, ma, più in generale pone una questione
di equità e di dignità del lavoro. Per questo motivo gli architetti italiani
chiedono al nuovo Governo di aprire un tavolo di confronto che riveda tutte le
storture presenti nella normativa del settore, con particolare riferimento ai
contenuti del Codice Appalti, per garantire la qualità della progettazione e la
dignità professionale, rilanciando il comparto delle costruzioni per dare reali possibilità di lavoro agli studi
professionali".
Negli ultimi anni i professionisti italiani, a
seguito dell'eliminazione dell'obbligatorietà dei minimi tariffari, sancita dal
Decreto Bersani, hanno infatti registrato un crollo dei propri fatturati a
causa di una indiscriminata e generalizzata politica di adozione delle gare al
massimo ribasso che nulla ha a che vedere con la necessità di aumentare la
competitività o di aprire il mercato alle nuove professionalità. Gli Enti
Appaltanti - complice un mercato delle professioni sempre più asfittico
nel quale i professionisti si sono trovati costretti a lavorare "sottocosto", e
senza riservare alcuna attenzione alla qualità dei progetti - hanno
bandito gare per l'assegnazione degli incarichi con sconti sempre più elevati
che hanno molto spesso superato il 50% per toccare punte dell'80-90%.
Nonostante gli appelli e le dimissioni per protesta
di alcuni dirigenti del sistema ordinistico nazionale, come la presidente
dell'Ordine di Aosta Daria Cini, la situazione è costantemente peggiorata sino
ad arrivare alle odierne ridicole condizioni. A questo punto gli architetti
italiani si chiedono se il prossimo bando di gara non chiederà loro di
partecipare offrendo di tasca propria una cifra, questa volta al massimo
rialzo, per avere il privilegio di esercitare la professione di architetto.