Per
gli architetti italiani la solvibilità del mercato è un aspetto grave tanto
quanto la crisi della domanda: il problema non è solo perdere o non trovare il
lavoro, ma anche che il lavoro possa non essere pagato. Sono, infatti, la
dilatazione dei tempi di pagamento, l'aumento delle insolvenze, l'impatto sulla
posizione finanziaria - oltre naturalmente quello della concorrenza e della
distribuzione dell'impegno lavorativo - i segni più evidenti della crisi per
gli architetti italiani.
E' quanto emerge da una ricerca realizzata dal Cresme per il Consiglio
Nazionale degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori che ha
coinvolto un campione di quasi 2mila professionisti.
Nel 2011, per il 27% degli architetti, il peso delle insolvenze ha superato il
20% del proprio volume di affari. Collateralmente crescono i tempi di pagamento
da parte della clientela. In media, i giorni necessari per ottenerlo - da parte
della Pubblica Amministrazione - sono passati, tra 2006 e 2011, da 91 a 141;
dalle imprese, si è passati da 57 a 106 giorni; dalle famiglie da 49 a 81
giorni; da altri professionisti da 38 a 64.
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