Formalmente cancellate dal decreto liberalizzazioni, le tariffe minime professionali nella sostanza continueranno a fornire il parametro per il calcolo degli importi da porre a base d'asta nelle gare pubbliche di progettazione.
Almeno questo sembra, a una prima analisi, il risultato che si ottiene applicando il sistema di calcolo suggerito dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici con la determinazione numero 49/2012. Il Consiglio nazionale degli architetti - si veda tabella in basso - ha provato a simulare il costo di progettazione di una scuola da 950mila euro, basandosi sulla media dei corrispettivi pagati da un ente pubblico per la progettazione di altrettanti edifici scolastici in passato.
Alla fine il corrispettivo ottenuto, 98.359 euro, si discosta davvero poco dai 100.958 euro che si sarebbero dovuti mettere a base d'asta calcolando l'importo sulla base dei vecchi minimi.
Semmai il problema resta quello della mancanza di paletti e regole certe che lasciano molto margine di manovra alle stazioni appaltanti su quali e quante opere considerare o su quanti anni a ritroso eseguire la ricerca di edifici simili alla nuova struttura da progettare. «Condizioni suscettibili di cambiare e di molto il risultato finale - sottolinea Rino La Mendola, vicepresidente del Cnappc -. (...)