Per risarcire i danni del terremonto si crei un fondo pubblico attingendo
dall'Imu. E' una delle proposte del Consiglio nazionale degli Architetti in una
Lettera aperta inviata al Presidente del Consiglio Mario Monti. ''Da una
ricerca Cresme 2012 si evince che in Italia le aree ad elevato rischio sismico
sono circa il 50% del territorio nazionale - scrivono gli architetti - e il 38%
del totale dei Comuni; quelle a elevata criticita' idrogeologica il 10% del
territorio e l'82% dei Comuni. Nelle prime risiedono 24 milioni e 147 mila
persone, nelle seconde 5 milioni e 772 mila persone; 6 milioni e 267 mila
edifici risiedono in area sismica, 1 milione e 259 mila in area a rischio
idrogeologico. Inoltre, in Italia dal dopoguerra ad oggi ci sono stati oltre 4
mila morti provocati da terremoti e i danni da sisma o eventi idrogeologici
calamitosi hanno portato a costi complessivi (dal 1944 al 2009) stimabili in un
valore tra i 180 e i 220 miliardi di euro''. ''Entro dieci anni - prosegue la
lettera - i quattro quinti dei cittadini italiani vivranno in edifici anteriori
al 1970, ovvero, precedenti alle normative sismiche moderne''. Partendo da
questi dati le proposte del Consiglio degli Architetti sono quelle di
''introdurre l'obbligatorieta' del libretto dell'edificio che, certifichi lo
stato di sicurezza dell'immobile, cosi' da rendere consapevoli i cittadini
della realta' del proprio habitat e degli eventuali interventi necessari;
lanciare nel Piano per le Citta' incentivi per la messa a norma antisismica
delle strutture, integrandola al risparmio energetico; creare un fondo pubblico
attingendo ad una quota dell'Imu''.
Il lancio dell'Agenzia AGI:
Terremoto: architetti, decreto su danni calamita' da riformulare
"Crediamo che il decreto del governo sulla Protezione Civile
che solleva lo Stato dal pagare i danni causati dagli eventi sismici, rinviando
a un'assicurazione volontaria, sia da riformulare perche' e' stato approvato
senza tenere conto del quadro complessivo della situazione italiana, cosi'
drammaticamente evidente, ancora una volta, dopo il terremoto in Emilia
Romagna". Cosi' il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori,
paesaggisti e conservatori in una lettera aperta inviata al presidente del
Consiglio e ai ministri Cancellieri e Passera. Le proposte del Consiglio
nazionale degli architetti sono quelle di "introdurre l'obbligatorieta'
del libretto dell'edificio che, come quello dell'automobile, certifichi lo
stato di sicurezza dell'immobile, cosi' da rendere consapevoli i cittadini
della realta' del proprio habitat e degli eventuali interventi necessari;
lanciare nel Piano per le citta' incentivi per la messa a norma antisismica
delle strutture, integrandola al risparmio energetico, rendendo sicuri e
passivi gli edifici; riconsiderare la recente decisione sull'intervento
economico dello Stato, nel non poter rifondere piu' i danni agli edifici
causati dai terremoti, introducendo almeno una norma progressiva decennale,
collegata al libretto dell'edificio, alle incentivazioni e creando un fondo
pubblico attingendo a una quota dell'Imu".
"Se cosi' non fosse, le conseguenze -avverte- sarebbero
disastrose. Infatti, l'assoluta inconsapevolezza dello stato dell'edificato da
parte dei cittadini e delle autorita', effetto di non aver voluto, in passato,
istituire il libretto immobiliare e la verifica periodica delle strutture,
fara' si' che la maggior parte degli italiani non saranno in grado di valutare
se vivono e lavorano in luoghi sicuri, mentre le assicurazioni imporranno premi
proibitivi, considerando, giustamente, che il rischio sara' massimo. Il
risultato sara' che coloro che potranno subire gli effetti devastanti di un
terremoto non si assicureranno e tanto meno i piu' poveri, che abitano in case
che hanno avuto minor manutenzione e nella zone piu' depresse del Paese, e che
sono proprio quelle piu' esposte al rischio sismico e idrogeologico (Campania,
Sicilia, Calabria, ecc)". "Noi crediamo - conclude la lettera - che
questo Paese si sia sempre fatto carico della necessaria solidarieta' ai
concittadini colpiti dalle calamita', anche in periodi di grave crisi
economica, come ad Avezzano nel 1915: chiediamo percio' che l'intervento del
governo e del Parlamento siano utili ad analizzare in modo scientifico la
condizione del patrimonio edilizio e monumentale, a rendere i cittadini
consapevoli dei rischi dell'abitare, a fare si' che la prevenzione sia
applicata dovunque e pervicacemente, ad avviare soluzioni mutualistiche che
risolvano il problema di grandi esborsi non programmati da parte dello Stato.
Ma abbandonare coloro che con la casa perdono anche un congiunto, la memoria di
una vita e, spesso, la speranza va contro i principi di civilta' e solidarieta'
che hanno fatto grande il nostro Paese".
Il lancio dell'Agenzia Adnkronos/Labitalia:
Terremoto: architetti, per risarcire danni si crei fondo attingendo a Imu. Lettera aperta a Presidente Consiglio e ministri Cancellieri e Passera
"Crediamo che il decreto del governo sulla Protezione Civile che solleva lo Stato dal pagare i danni causati dagli eventi sismici, rinviando a un'assicurazione volontaria, sia da riformulare perche' e' stato approvato senza tenere conto del quadro complessivo della situazione italiana, cosi' drammaticamente evidente, ancora una volta, dopo il terremoto in Emilia Romagna". Cosi' il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori in una lettera aperta inviata al presidente del Consiglio e ai ministri Cancellieri e Passera. Le proposte del Consiglio nazionale degli architetti sono quelle di "introdurre l'obbligatorieta' del libretto dell'edificio che, come quello dell'automobile, certifichi lo stato di sicurezza dell'immobile, cosi' da rendere consapevoli i cittadini della realta' del proprio habitat e degli eventuali interventi necessari; lanciare nel Piano per le citta' incentivi per la messa a norma antisismica delle strutture, integrandola al risparmio energetico, rendendo sicuri e passivi gli edifici; riconsiderare la recente decisione sull'intervento economico dello Stato, nel non poter rifondere piu' i danni agli edifici causati dai terremoti, introducendo almeno una norma progressiva decennale, collegata al libretto dell'edificio, alle incentivazioni e creando un fondo pubblico attingendo a una quota dell'Imu".
"Se cosi' non fosse, le conseguenze -avverte- sarebbero disastrose. Infatti, l'assoluta inconsapevolezza dello stato dell'edificato da parte dei cittadini e delle autorita', effetto di non aver voluto, in passato, istituire il libretto immobiliare e la verifica periodica delle strutture, fara' si' che la maggior parte degli italiani non saranno in grado di valutare se vivono e lavorano in luoghi sicuri, mentre le assicurazioni imporranno premi proibitivi, considerando, giustamente, che il rischio sara' massimo. Il risultato sara' che coloro che potranno subire gli effetti devastanti di un terremoto non si assicureranno e tanto meno i piu' poveri, che abitano in case che hanno avuto minor manutenzione e nella zone piu' depresse del Paese, e che sono proprio quelle piu' esposte al rischio sismico e idrogeologico (Campania, Sicilia, Calabria, ecc)". "Noi crediamo - conclude la lettera - che questo Paese si sia sempre fatto carico della necessaria solidarieta' ai concittadini colpiti dalle calamita', anche in periodi di grave crisi economica, come ad Avezzano nel 1915: chiediamo percio' che l'intervento del governo e del Parlamento siano utili ad analizzare in modo scientifico la condizione del patrimonio edilizio e monumentale, a rendere i cittadini consapevoli dei rischi dell'abitare, a fare si' che la prevenzione sia applicata dovunque e pervicacemente, ad avviare soluzioni mutualistiche che risolvano il problema di grandi esborsi non programmati da parte dello Stato. Ma abbandonare coloro che con la casa perdono anche un congiunto, la memoria di una vita e, spesso, la speranza va contro i principi di civilta' e solidarieta' che hanno fatto grande il nostro Paese".