E se baraccopoli, campi rom, edifici abbandonati e capannoni in disuso fossero il punto di partenza per ridisegnare le nostre metropoli? È questa la sfida di "Le città nella città", il tema di Festarch, il Festival Internazionale di Architettura (promosso dalla rivista Abitare, a Perugia, dal 7 giugno) (...)
«I centri urbani italiani, così come sono ora, andrebbero rivoltati come guanti: sono inadeguati, inefficienti, inquinati. Gli spazi alternativi al loro interno, quelli che comunemente consideriamo il volto oscuro della città, sono una realtà che dobbiamo accettare - e allora perché non prenderne spunto per migliorare le nostre città?» teorizza Leopoldo Freyrie, membro del comitato scientifico di Festarch e presidente del Consiglio nazionale degli architetti.
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Expo: Milano impari da Torino e da Genova. La parola d'ordine dev'essere RIUSO di Beppe Severgnini