Gli architetti in coro: «Le idee non mancano è il progetto che latita»

Gentile Direttore,
la vogliamo ringraziare per l'editoriale pubblicato sulla prima pagina del Centro di domenica 3 febbraio dal titolo "Ma gli Architetti dove sono?".
La vogliamo ringraziare perché lei, il Direttore del quotidiano tra i più letti in Abruzzo, esponente ed interprete tra i più autorevoli della società abruzzese, si è posto il problema della qualità della vita associata all'ambiente costruito.
Se il problema fosse stato posto dagli Architetti, gli stessi di cui lei si chiede dove siano finiti, avrebbero corso il rischio di essere considerati corporativi, autoreferenziali o, nella migliore delle ipotesi, i soliti soggetti che amano parlarsi addosso.
Alla sua domanda retorica rispondiamo che gli Architetti provano ad essere là dove sono l'Architettura, la Pianificazione, l'Urbanistica, i Beni Architettonici da tutelare e valorizzare, il Paesaggio, la gestione del territorio in generale; tutte discipline che non sembrano essere in cima alla graduatoria delle priorità dell'attuale società abruzzese e, più in generale, italiana.
Se le discipline elencate fossero considerate prioritarie e determinanti, il mandato dato alla politica (checché se ne dica la democrazia è ancora, e aggiungiamo per fortuna, l'arte del governo della cosa pubblica) sarebbe stato diverso e lei avrebbe visto con più facilità gli Architetti.
Il tema, quindi, non è a nostro avviso dove sono gli Architetti ma dov'è l'Architettura; il tema non è dov'è il Progettista ma dov'è il Progetto. In quale scala di valori sono posti la vivibilità degli ambienti urbani, la valenza di coesione sociale degli ambienti costruiti, l'uso corretto delle risorse e di quel bene irriproducibile che è il suolo.
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Su Il Centro di domenica 3 febbraio:
Ma gli architetti dove sono? di Mauro Tedeschini