Migliorare la prestazione energetica degli edifici storici: questa la sfida che attende progettisti e amministrazioni pubbliche di qui ai prossimi anni. Una sfida che va oltre gli interventi strutturali. È anche e soprattutto sull'impiantistica, infatti, che bisognerà intervenire se si vorranno davvero migliorare le performance e ottenere risparmi concreti, anche di tipo economico sulla bolletta energetica. Sul tema ha deciso di accendere i riflettori l'Aicarr, l'associazione nazionale Condizionamento dell'aria, riscaldamento e refrigerazione che ha riunito a Roma esperti, professionisti, docenti universitari e rappresentanti del mondo pubblico per fare il punto sullo stato dell'arte dell'impiantistica «storica» e trovare soluzioni condivise per accelerare il processo di «svecchiamento».
Per venire incontro ai progettisti e alle istituzioni, in particolare le Soprintendenze, l'associazione ha realizzato una corposa guida pratica: in circa 200 pagine sono state messe nero su bianco le «istruzioni» per una corretta diagnosi energetica dell'edificio storico nonché schemi per il progetto di interventi di riqualificazione energetica calibrati sulle esigenze e sulle peculiarità del patrimonio culturale. E la guida offre inoltre alle istituzioni preposte alla tutela le indicazioni per formulare il giudizio finale sul livello di efficienza energetica conseguito a seguito dell'intervento di recupero nel rispetto dei criteri di conservazione.
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Impianti e restauro rimangono distanti. L'analisi di Carbonara
Se il rapporto fra restauro e consolidamento strutturale si è evoluto considerevolmente nell'ultimo quarantennio, lo stesso non può dirsi della relazione che esiste fra restauro e impiantistica.
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